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sabato, 27 Luglio 2024

Torino è meno bellissima per Damilano, ma la sfida resta aperta

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Moreno D'Angelo
Moreno D'Angelo
Laurea in Economia Internazionale e lunga esperienza avviata nel giornalismo economico. Giornalista dal 1991. Ha collaborato con L’Unità, Mondo Economico, Il Biellese, La Nuova Metropoli, La Nuova di Settimo e diversi periodici. Nel 2014 ha diretto La Nuova Notizia di Chivasso. Dal 2007 nella redazione di Nuova Società e dal 2017 collaboratore del mensile Start Hub Torino.

Vero, a Torino sarà ballottaggio, ma per il centrodestra torinese, che in modo roboante sperava di vincere al primo turno, si è trattato di un risultato modesto oltre ogni aspettativa, con Paolo Damilano fermo al 38,90% (124.347 voti) superato nettamente da Stefano Lo Russo  (43,86% con 140.200 voti). Un risultato che comunque sarà ancora possibile rimettere in discussione nel ballottaggio anche se le probabilità non sembrano molto alte visto che l’ingresso in Consiglio comunale di alcuni candidati stravotati, come Francesco Tresso (2.432 preferenze) della lista civica Torino Domani, dipenderà dalla vittoria di Lo Russo. E questo significa un livello di tensione e mobilitazione che dovrebbe restare alto in entrambi gli schieramenti. 

In queste amministrative, riprendendo i trend nazionali, anche sotto la Mole continua ad espandersi il non voto. Ormai l’astensionismo tocca circa metà degli elettori: solo 48,06% votanti rispetto al 57,18 del 2016. E’ la prima volta che Torino scende sotto il 50% nel livello di partecipazione in una consultazione elettorale.  E’ risultata invece decisamente più alta la partecipazione nei Comuni che fan parte della Città Metropolitana in cui si è votato.   

E’ comunque positivo il risultato del Pd torinese che, oltre a vincere nettamente il primo round nella sfida a sindaco, di fatto conferma ma non aumenta i consensi delle precedenti consultazioni amministrative. E’  da registrare però una perdita di ulteriore  terreno rispetto il 2019. Il buon risultato delle amministrative registrato a Torino per il centrosinistra deve fare i conti con la perdita di due circoscrizioni mentre è da rilevare come, tra i candidati che appoggiavano Stefano Lo Russo, siano state le donne ad ottenere i maggiori consensi. Nel Pd Chiara Foglietta (2.129), Giovanna Pentenero (1.989), Ludovica Cioria (1.969) e Nadia Conticelli (1.577) e  nella lista civica di appoggio a Lo Russo si è distinta Elena Apollonio con 486 preferenze. Da segnalare inoltre successi registrati da altre donne del centrosinistra a San Mauro (con Giulia Guazzora al ballottaggio) ed a Pino torinese (Alessandra Valentina Tosi).   

Tornando a Torino i due principali contendenti come sindaco hanno fatto il vuoto rispetto a tutti gli altri.  Valentina Sganga dei Cinquestelle, appoggiata dai Verdi europei, si è fermata al 9,01% (28.785 voti), un dato certo non entusiasmante ma che comunque attesta una tenuta per un movimento oggetto di vorticose vicende che hanno progressivamente ridimensionato lo tsunami  grillino di cinque anni fa. Dopo tutto più che cinquestelle si deve ormai parlare di partito di Conte. Un movimento che viene valutato attestato intorno al 10%. Certo quanto registrato a Napoli , con l’elezione al primo turno di Gaetano Manfredi (63%) dimostra come quando  Dem, Leu e Cinquestelle sono uniti si arrivi a risultati ben oltre la sommatoria dei voti di questi partiti. 

Tra la miriade di liste comuniste, no vax o Italexit, ottiene maggiori consensi Angelo D’Orsi  con il 2,53% (8.095 voti) che supera Futura di Ugo Mattei fermo al 2,32% con 7406 voti. Una lista, quella capeggiata dal giurista, da cui forse ci si aspettava un risultato più brillante. Ultimo con 264 voti Emilio Mazza di Torino Capitale d’Europa – Basta Isee). Da segnalare che si sono contati ben 11.923 voti non validi pari al 3,60%. Un livello che lo colloca al quarto posto un potenziale partito del non voto.  

Evidentemente la megascheda elettorale, con una trentina di simboli e le centinaia di candidati, han messo in difficoltà non pochi elettori.  

Per la vittoria finale occorrerà battere prima di tutto la tendenza all’astensionismo che in genere aumenta proprio nei ballottaggi in cui non vi è il coinvolgimento di una massa di candidati. La sensazione è che in ogni caso nel centrodestra non si respiri una bella aria, con un clima ancora più teso tra le sue componenti, come se non  bastassero le ultime vicende che hanno toccato Lega e Fratelli d’Italia. Inoltre è da rilevare come le perduranti polemiche e proteste no vax e no green pass non sembrino aver particolarmente pagato per le liste critiche con il Governo Draghi. 

Infine è da segnalare come fattore positivo l’arrivo, a seguito di queste consultazioni, di molte new entry con molti giovani, in Consiglio Comunale. Giovani particolarmente presenti nelle liste di Sinistra Ecologista e  Torino Domani, oltre che nel Pd e nella lista civica di supporto a Lo Russo.

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