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sabato, 27 Luglio 2024

Salone del Libro, Fassino assolto dalle accuse

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Il tribunale di Torino scagiona Piero Fassino da tutte le accuse che gli erano state mosse nell’ambito di un maxi-processo su vicende legate alle passate edizioni del Salone internazionale del Libro, la più grande kermesse italiana dedicata al mondo dell’editoria e delle buone letture. I reati ipotizzati risalgono a circa dieci anni fa e per questo già prescritti. Fassino, oggi parlamentare del Pd, era stato chiamato in causa nella veste di ex sindaco del capoluogo piemontese per rispondere di due episodi di turbativa d’asta: i giudici lo hanno assolto con formula piena “per non avere commesso il fatto”.
È stato un processone con 17 imputati in cui la procura aveva fatto confluire un ampio catalogo di presunte irregolarità commesse fra il 2012 e il 2016. Spese improprie, fughe di notizie, favoritismi, bilanci compilati con troppa disinvoltura.
A Fassino si contestavano i bandi relativi all’affidamento dell’organizzazione del Salone per il triennio 2016-2018 e alla ricerca di un nuovo sponsor, individuato nell’istituto Intesa Sanpaolo. Le difese, oltre a respingere ogni addebito, avevano sottolineato che l’unico obiettivo di tutti gli attori era di mantenere la continuità della manifestazione, che rischiava di naufragare sulla spiaggia delle difficoltà finanziarie.
Alla fine ci sono state 11 pronunce di assoluzione o di non luogo a procedere per prescrizione. Per Rolando Picchioni, storico ex patron della manifestazione libraria, è stato sancito lo stop per “morte dell’imputato”: è deceduto nel 2023 a 86 anni. Ma anche per lui c’è un’assoluzione piena per un singolo capo d’accusa. Restano cinque condanne per un falso ideologico su un bilancio del 2015: un anno per Giovanna Milella, ex presidente della Fondazione, qualche mese in meno per un commercialista e tre revisori dei conti. Anche qui, però, la prescrizione maturerà presto.
“Avevo ribadito l’assoluta correttezza del mio comportamento – commenta Fassino – e la sentenza riconosce in modo netto e inequivocabile la mia innocenza e la mia estraneità a qualsiasi illecito. I magistrati avrebbero potuto semplicemente prendere atto della prescrizione. Invece hanno voluto esprimere un giudizio di merito che rende giustizia alla trasparenza e correttezza del mio operato. Resta l’amarezza di aver subito per quasi 15 anni l’ombra di un sospetto quando fin dall’inizio era chiaro che non c’era niente che comprovasse le accuse infondate che mi venivano rivolte”.
Tra gli scagionati con formula piena figura anche Antonella Parigi, ex assessora regionale alla cultura, il cui difensore, l’avvocato Luigi Chiappero, è lapidario: “Una sentenza che dice ‘nonostante la prescrizione assolvo l’imputato nel merito’ parla da sola”. 

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