Non ci sta l’ex governatore del Piemonte Roberto Cota alla condanna a un anno e 7 mesi per il caso dei rimborsi spese della giunta e consiglio regionale durante la sua gestione e annuncia il ricorso in Cassazione.
Un caso giudiziari che prosegue da anni con svariati processi, infatti precedentemente Cota era stato giudicato innocente in primo grado, e poi la Cassazione aveva annullato la sentenza del processo d’Appello costringendo a rifarlo. Fino alla sentenza di condanna di ieri per peuculato.
“Dopo un’ assoluzione in primo grado grado perché il fatto non sussiste e una sentenza di appello annullata dalla Cassazione per me continua l’incubo della cosiddetta ‘Rimborsopoli’. Ieri condanna in appello. Da innocente farò un nuovo ricorso in Cassazione”.
“Ribadisco di non aver mai dato indicazioni per forzare le procedure di rimborso, ancor meno per violare principi etici in cui credo e far rimborsare spese non dovute e mai mi sarei lamentato se alcune spese non fossero state inserite. Le mie indicazioni erano di segno assolutamente contrario rispetto alla commissione di un ipotetico reato di peculato, erano nel senso di far rimborsare esclusivamente spese dovute. Questa è la verità e questa è la realtà”, si legge nelle dichiarazioni dell’ex governatore, che ricorda di “non essere mai stato concentrato sul denaro”. “Gli errori relativi alla mia posizione sono stati scoperti ed evidenziati dal sottoscritto che ha disposto un controllo prima che arrivasse l’avviso di garanzia e la contabilità è stata integrata – sottolinea -. Gli errori ammontano ad un importo complessivo di meno di 2.000 euro ed io ho subito riversato un importo corrispondente se non superiore a 2.000 euro”.