Ci voleva il campionato di calcio per far capire agli italiani il significato del digital divide.
Negli ultimi giorni internet è teatro dell’ironia social degli abbonati alla neonata piattaforma DAZN: visione a scatti, scarsa qualità, immagine che salta, tempi sfasati.
Colpa della compagnia? Al momento, ci sono mezze ammissioni, dichiarazioni su server che non hanno retto, numeri elevati di accessi.
Ma il grosso dei problemi arriva da un problema endemico del nostro Paese: la scarsa diffusione della banda larga.
Secondo l’ultimo rapporto Agcom, il peso degli accessi con velocità maggiore di 30 megabit al secondo, pari al 31,2% del totale, ha superato quello delle linee meno veloci (sotto i 10 mbit/s). Le linee con velocità compresa tra 30 e 100 megabit al secondo a fine marzo hanno superato i 3,1 milioni (+1,25 milioni), mentre quelle con velocità pari o maggiore di 100 megabit hanno raggiunto i 2,1 milioni (+1,19 milioni di linee su base annua).
Insomma, circa il 65% degli italiani non ha una copertura in banda larga.
Con buona pace dei comuni montani, delle aree interne, delle vallate, a queste condizioni è impossibile fruire di un buon servizio.
Ci sono 3,5 miliardi di euro di fondi europei (toh!) sul piatto da utilizzare e rendicontare entro il 2020.
C’è da sperare che Santa Diletta Leotta (passata da Sky a DAZN) faccia il miracolo.
Scritto da Fabio Malagnino
Dazn, come ti spiego il "digital divide" in Italia
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