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sabato, 27 Luglio 2024

Ad Ostia nulla è come appare…è molto peggio

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

di Stefano Esposito*

Quando con Matteo Orfini ad inizio 2015 iniziammo ad occuparci di Ostia la prima cosa che apparve chiarissima fu la presenza della famiglia Spada. Una presenza fisica per un gruppo dalle spiccate capacità criminali e che operava e opera con le caratteristiche della malavita organizzata.

Ostia è soffocata da una presenza che diventa immanente, permea ogni aspetto del vivere, corrompe, intimidisce e trova, a seconda del caso, sponde con la politica stessa. Ieri il messaggio per la stampa e in genere per la società civile è stato chiaro: qui la legge siamo noi e le regole sono quelle della violenza. Chiaramente una sfida allo Stato. Una sfida che dobbiamo cogliere, che lo Stato e le istituzioni, facendosi forti della legge del diritto, devono cogliere.
Ad Ostia va ripristinata la legalità.Non vi sono soluzioni. O noi o loro. È evidente la fortissima capacità intimidatoria che il clan Spada ha sul tessuto del X Municipio e altrettanto forte ci appare la difficoltà a parlare di questo clan. C’è paura. Vi confessiamo che il gesto di ieri è stato terribile, per violenza e spregiudicatezza.

Parlando di quanto accaduto con persone che di gesta di Mafia e malavita se ne intendono, ci hanno detto di essere rimaste colpite dalla brutalità e dalla arroganza con cui uno dei componenti del clan Spada ha prima picchiato Danilo Piervincenzi e poi, sui social, si è vantato del gesto. Di fronte a tutto ciò è necessario parlarne noi, pubblicamente, proprio su Twitter e Facebook, denunciando il loro modo di agire, il controllo del territorio, le minacce alla giornalista di Repubblica Federica Angeli che vive da anni sotto scorta per aver indagato su queste realtà.Noi degli Spada ne parliamo e ricordiamo come nei mesi passati con sfacciataggine e senso di impunità Roberto Spada, con un post su fb, avvertiva me ed Orfini che non gli avremmo tolto il sorriso dalla faccia.

Ma per capire cosa accaduto ieri e quindi la profondità e la gravità del fatto bisogna fare un passo indietro o se volete aprire una parentesi. La malavita organizzata non usa la violenza a caso. Per quanto spettacolare, per quanto assurda la storia ha una sua logica. Il giornalista Rai stava chiedendo dei rapporti tra il clan Spada e CasaPound, tra i fascisti e la malavita organizzata che ad Ostia ha i suoi affari nello spaccio della droga, nel controllo degli stabilimenti balneari abusivi e in ogni possibile attività illecita. La storia. O se volete la cronaca ci può aiutare.

Ripartiamo dalle manifestazioni di alcuni mesi fa di CasaPound contro l’associazione Libera, che aveva avuto in gestione uno degli stabilimenti abusivi sottratti all’illegalità e datole in gestione. Ripartiamo da questi strani punti di contatto. Ripartiamo dagli interessi. Perché, come al solito, sono i soldi la ragione di tutto. Sono la ragione sociale che accomuna coloro che si nascondono dietro il tricolore e la malavita organizzata. Per questo possiamo dire che quello di Roberto Spada è un chiarissimo messaggio, prima che a noi, ai cittadini di Ostia.

Ma continuiamo a seguire i soldi. Ad Ostia operano alcune, presunte, associazioni antimafia, molto impegnate, tra l’altro, a favore, dell’associazione balneari che rappresentano, un altro tassello di questa incredibile vicenda. Politica e malavita, malavita e politica, un geometria che varia, ma che spesso ha qualche elemento che negli anni non muta mai. Con una tempistica straordinaria appena cominciamo a denunciare gli Spada arriva la loro risposta; attaccano noi e difendono la famiglia Spada. Eccole le finte associazioni antimafia.

Visto che non riescono a far tornare il silenzio, al quale erano comodamente abituati, partono le querele. Tra me ed Orfini ne contiamo almeno una decina. Chiediamo a più riprese ai dirigenti nazionali e locali del m5s, apertamente sostenuto dalla famiglia Spada nelle elezioni del 2016, di prendere le distanze da questi soggetti e dalle finte associazioni antimafia. Sapete la risposta? Barillari consigliere regionale querela Esposito, Dimaio querela Orfini. La querela di Barillari verrà discussa nel 2018 quella di Di Maio è stata archiviata.

Ora in tanti scoprono la mafia ad Ostia. Non possiamo che rallegrarcene. Ma noi la battaglia contro questi delinquenti l’abbiamo iniziata e condotta in questi anni in un silenzio, spesso complice, assordante. Ad Ostia nulla è come appare. È Peggio. La mafia c’è ed è forte. Anche se vista qualche sentenza qualcuno sembra non volerne accorgersene. La malavita è forte e sono forti i legami con la politica.

Oggi CasaPound cresce ad Ostia e da anni ha trovato una sinistra consonanza con interessi che, spesso, riportano alla malavita organizzata che controlla il territorio. Arenili abusivi, occupazioni abusive e tante altre cose tutte da scoprire. Per questo è stata aggredita la troupe di “Nemo”. Dalla domanda del giornalista si deve ripartire. La destra estrema e la malavita organizzata vantano una storia di rapporti consolidati. Ce lo dicono sentenze passare in giudicato.

Roma e l’estrema destra hanno un rapporto di lunga data come insegnano le vicende della Banda della Magliana, un’araba fenice che in qualche modo risorge dalle sue ceneri. Epigoni e vecchi arnesi di una storia tremenda sono sempre in azione. Per questo Ostia è un laboratorio pericolosissimo. Lo Stato deve esserci, in forze e nei modi con cui in anni bui ha saputo gestire simili situazioni.

*senatore Partito Democratico

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