Il segretario dem Nicola Zingaretti ha voglia a salire sul palco delle Feste de L’Unità e dare l’allarme sul pericolo scissioni. Perché ormai è stato deciso. Matteo Renzi saluta il Partito Democratico per creare il suo partito, come da settimane (in realtà mesi) è risaputo.
Ma proprio in queste ore i renziani stanno lavorando freneticamente alla Camera e al Senato per battezzare il nuovo gruppo ancora prima della Leopolda, prevista per il 20 ottobre, data in cui verrebbe presentata la nuova creatura del Matteo nazionale.
Un gruppo quello parlamentare che nascerebbe a sostegno del governo targato Movimento Cinque Stelle-Partito Democratico.
Zingaretti dal palco di Torino ha detto: «Scissione? Spero di no perché un Pd unito serve alla democrazia italiana e serve alla stabilità del governo. Serve un partito totalmente nuovo che si rifonda. È durissima ma questo lo dovremo fare. Dividersi in questo momento è un gravissimo errore che l’Italia non capirebbe. La nostra storia ci ha insegnato che quando ci dividiamo perdiamo».
Sarà, ma intanto mattone su mattone i renziani stanno costruendo la loro nuova casa. Ed era inevitabile visto come la sinistra del Pd, con Zingaretti, li aveva di fatto rinchiusi in uno stanzino.