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sabato, 29 Giugno 2024

Quando è ammesso l’affidamento diretto degli appalti pubblici? Ecco cosa dice il nuovo codice

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Oggi più che mai, osservare il panorama lavorativo significa denotare moltissimi aspetti e caratteri innovativi e dinamici. A prescindere dal settore di riferimento, infatti, il paradigma professionale è cambiato in maniera particolarmente notevole, rendendo l’innovazione un punto cardine in moltissimi ambienti. Al di là di questo, poi, è importantissimo effettuare le giuste puntualizzazioni relative a tutti quei settori all’interno dei quali gli aspetti legislativi assumono un ruolo preponderante. Tra questi, quello dell’edilizia spicca sicuramente, soprattutto quando si parla di rapporti con le Pubbliche Istituzioni e di gare di appalto. 

La materia in questione, infatti, si rivela particolarmente complessa da esaminare, soprattutto per chi non è avvezzo alle collaborazioni con le realtà pubbliche. Fare luce su tematiche come l’affidamento diretto, dunque, si rivela cruciale per evitare fattispecie avverse di natura legale. Secondo la normativa attuale, l’affidamento diretto degli appalti pubblici è consentito esclusivamente per importi inferiori a determinate soglie economiche, eliminando peraltro l’obbligo di attestazione SOA per le imprese coinvolte. Tuttavia, anche in assenza di questo requisito, è fondamentale che indipendentemente dalla categoria di opere in questione – al riguardo il sito Soasemplice.it spiega quali sono le categorie SOA per i lavori pubblici – le aziende rispettino specifici criteri.  

Insomma, il paradigma lavorativo risulta essere più che mai sfaccettato e, quando si prendono in considerazione realtà peculiari come quella dell’edilizia, risulta inevitabile incorrere in numerosi cambiamenti relativi alla legislazione e a diversi aspetti da prendere in considerazione per svolgere in maniera legale e priva di controversie la propria mansione. Nelle prossime righe, andremo a scoprire tutto ciò che c’è da sapere in merito alle ultime direttive relative all’affidamento diretto degli appalti pubblici, offrendo nozioni formali provenienti dal nuovo codice ufficiale di riferimento

Affidamento diretto degli appalti pubblici: ecco tutto ciò che serve sapere al riguardo 

Come già precedentemente accennato, la materia in oggetto può risultare di complessa analisi. È per questo motivo che occorre entrare nel merito della questione spiegando cosa, di fatto, sia un affidamento diretto. Se ne parla, nella fattispecie, quando una Pubblica Amministrazione affida un lavoro, un servizio o una fornitura in maniera, per l’appunto, diretta, senza dover ricorrere a nessuna forma di confronto con altre realtà competitor. Insomma, l’affidamento diretto trascende alcuni aspetti delle procedure classiche, in maniera tale da non consultare più operatori e di affidare immediatamente un lavoro ad un ente o realtà lavorativa specifica. 

L’affidamento diretto è previsto per gli appalti di importo inferiore alla soglia comunitaria e, talvolta, anche per quelli di importo superiore, pur rimettendo – in quest’ultima casistica – a specifiche fattispecie. Risulta lampante, visti i presupposti, che la pratica di affidamento diretto rappresenti un mezzo eccezionale per potersi aggiudicare una procedura, la fornitura di un servizio o una messa in opera e, nel vecchio codice, questo si rifletteva attraverso ristrettezze normative molto importanti.

I presupposti, in passato, erano molto più rigidi rispetto alle direttive emanate di recente con il nuovo codice. In particolare, gli appalti di importo superiore alla soglia comunitaria rendevano consentito l’affidamento diretto solo quando si manifestavano i casi di gara deserta o con offerta inappropriata, in assenza di concorrenza per motivi tecnici e tutela di proprietà intellettuale. Per quanto riguardava, invece, gli appalti inferiori alla soglia comunitaria, la procedura era consentita soltanto per importi al di sotto dei 40.000 euro

Con il nuovo codice degli appalti pubblici, il principio dell’affidamento diretto impone come regola generale la possibilità di ricorrere a tale procedura per tutti quei lavori che rientrano nella soglia dei 150.000 euro e per servizi e forniture entro i 140.000, semplificando in maniera particolare l’intero processo. 

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