Presentato il masterplan CONI per le Olimpiadi 2026 della candidatura congiunta tra Torino, Milano e Cortina: poteva andare meglio, ma per come era messa la situazione politica a Torino poteva pure andare peggio.
Luci e ombre relative alla ricaduta potenziale per il nostro territorio delle scelte operate dal Coni nel distribuire le discipline tra i diversi siti.
A Torino arriverebbe l’hockey maschile e alcune discipline “veloci” del ghiaccio. Non arriva il pattinaggio di figura che va a Milano. Hockey e pattinaggio di figura in termini di ricaduta di immagine sono sicuramente le discipline più seguite dal grande pubblico. Soprattutto all’estero in molti paesi è più seguito l’hockey del calcio. Quindi sotto questo profilo bene, soprattutto verso Russia, USA e Canada.
A Sestriere vanno le discipline “tecniche” dello sci alpino. Anche qui, certamente quelle con più ritorno di immagine (e sponsor) tra le discipline sciistiche. Potrà essere un ottimo ritorno di immagine.
Resta invece piuttosto negativo per noi piemontesi il giudizio sulle scelte di dove collocare trampolino e bob che, andando altrove, pongono davvero il problema della riconversione degli impianti esistenti di Cesana e Pragelato.
Negativo per noi anche il fatto che il villaggio olimpico (che verrà poi riconvertito a residenze universitarie) vada a Milano. Quello era un punto davvero importante. La scelta del Coni ci penalizza ma è comprensibile anche perché qui è stato commesso un grave errore tecnico-politico nel proporre un’area privata, la Thyssen, nel dossier torinese. E come scelta il Coni ha privilegiato, giustamente, aree pubbliche.
Comunque del dossier avremo modo di discuterne nelle prossime settimane e magari capirne di più.
Poteva andare meglio? Sicuramente si. Ma teniamo presente che fino a meno di 24 ore fa la linea di Appendino e che era contenuta nella delibera approvata dal consiglio comunale grillino della Città prevedeva che non si dovesse neanche partecipare se c’erano anche Milano e Cortina. Quella linea ci avrebbe escluso del tutto consegnando la candidatura nelle mani di Milano e Cortina e fortunatamente Appendino è tornata sui suoi passi sconfessandola e dando la disponibilità di Torino.
Il risultato finale è questo. Poteva essere meglio, ma poteva non esserci proprio.
Quindi alla fine bene così.
Scritto da Stefano Lo Russo, capogruppo Pd in consiglio comunale a Torino