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lunedì, 2 Dicembre 2024

Lo Russo: “Tre istantanee del fallimento Appendino che diventano prospettive per Torino”

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Pubblichiamo l’opinione di Stefano Lo Russo, capogruppo in Consiglio comunale del Partito Democratico a Torino.

La cronaca di questa settimana ci consegna, tra le altre, tre istantanee torinesi. Fotografie solo apparentemente scollegate tra loro e che ci consentono, peraltro, di fare tre riflessioni di prospettiva sul futuro.

Il Valentino al buio

L’Imbarco Perosino è l’ultimo locale, in ordine cronologico, che sulla base delle intenzioni della sindaca Appendino sarà chiuso al Valentino. Dal 2016 una lunga sequenza di abbandoni e chiusure di locali imposte dai grillini che in questi anni hanno impoverito l’offerta del Valentino e che di fatto consegneranno nel 2021 una situazione molto peggiore di buio e abbandono.

Neanche il Masterplan di Torino Esposizioni per la realizzazione del Polo della Cultura, il Campus di Architettura e la nuova Biblioteca Centrale Civica, redatto nel 2015 e consegnato a questa amministrazione è stato portato avanti. Non un solo euro è mai stato stanziato, anche quest’anno dove la Città aveva 50 milioni a disposizione. Non ci stupiamo: una maggioranza del M5S che, in un’ottica “contemplativa”, ha fatto di tutto per non fare nulla, per far scappare qualunque uso del Parco, dai locali al Salone dell’Auto senza peraltro declinare e mettere in pratica una visione alternativa. Un approccio puramente burocratico alle complesse questioni urbanistiche e patrimoniali sedimentate in decenni e anche figlie di norme statali, regionali e comunali farraginose e spesso contradditorie, privo di visione e coraggio.

Per risolvere i problemi del Valentino abbiamo sempre sollecitato in questi anni l’Amministrazione, inascoltati, ad approvare di concerto con la Circoscrizione, i gestori dei locali, le associazioni, un piano d’ambito unitario, di carattere sia urbanistico sia patrimoniale, che non solo sarebbe servito a sanare eventuali abusi commessi nel passato ma soprattutto avrebbe dovuto rilanciare la vocazione del parco. Un piano generale che evitasse di considerare il singolo immobile come una isola a sé e provasse a uscire dalle secche di una burocrazia che purtroppo non ha mai aiutato. Il piano d’ambito del Valentino dovrà essere parte del nostro programma per il 2021.

Il centro ristorantizzato

La chiusura di due librerie piuttosto importanti, ultime di una lunga serie, e il cambio radicale della natura delle attività commerciali al dettaglio del centro città raccontano di una progressiva ma veloce mutazione del nostro centro storico. Un centro in cui è sempre più difficile affittare anche a causa del dilagare di Airbnb nelle seconde case sfitte, in cui si sviluppa una fiorente offerta turistica a basso costo ma si fatica moltissimo ad attrarre investimenti alberghieri di livello medio-alto (vedi la vicenda del Palazzo Rai) e in cui proliferano attività di somministrazione, ristoranti e street food, in sostituzione dei negozi storici. Cambiamenti che, spinti fortemente dalle strategie commerciali di questa amministrazione che ne ha fatto una orgogliosa bandiera, stanno rendendo il nostro centro, almeno per quello che riguarda l’offerta commerciale, sempre più a misura di un turista nazional-popolare in cerca di cibo e sempre meno di cittadino residente. È un modello di trasformazione, peraltro non inedito in Italia, può piacere o non piacere, di cui riconosciamo i tratti distintivi.

È lasciato tutto allo spontaneismo economico: il pubblico, il Comune, si limita ad osservare e ad assecondare la trasformazione immobiliare e commerciale in atto. L’essersi ammalati di cazzeggio e annuncite social e il non aver voluto approvare la revisione dei criteri commerciali, faticosa ma necessaria attività amministrativa – neanche avviata in questi anni – sta di fatto facendo il resto. La pietra tombale per completare il tutto arriverà nella primavera 2020 con l’approvazione della ZTL a pedaggio 7.30-19.30 di cui peraltro è ormai acclarata dagli stessi proponenti grillini la totale inutilità ambientale. Un nuovo piano del centro, ecco quello che serve.

Un piano fatto di misure che integrino scelte urbanistiche e fiscali (agevolazioni mirate nelle aliquote IMU e TARI), commerciali (con i nuovi criteri) e viabilistiche (con le nuove pedonalizzazioni e i parcheggi interrati) in modo intelligente e non casuale. E nel frattempo occorre evitare di peggiorare la situazione con la nuova ZTL a pedaggio che va fermata a tutti i costi e che temiamo potrà dare il colpo di grazia. Anche il piano del centro dovrà essere parte del programma del centrosinistra nel 2021.

La Brignone a Sestriere e le mancate Olimpiadi

La vittoria di Federica Brignone è un motivo di orgoglio per tutti gli appassionati di sci. Ci rende entusiasti e consapevoli della bellezza di uno sport che ha caratterizzato e caratterizza il nostro territorio da sempre. Sono immagini belle da vedere che mettono allegria, energia, dinamismo. Sui giornali, la tv, i social. Ma contemporaneamente rendono ancora più plastica la totale stupidaggine fatta da Appendino nel perdere le Olimpiadi invernali del 2026.

Una totale follia politica fatta consapevolmente e orgogliosamente e per questo ancora più grave. I grandi eventi hanno non solo indubbie ricadute economiche tangibili e concrete ma servono anche a ridare entusiasmo, spirito di adesione alla comunità, voglia di scommettere sul futuro. Grandi eventi sportivi. Ma anche Congressi a partire dal rilancio del Centro Congressi, integrato con Politecnico e Università. Altro progetto inchiodato dai grillini che va fatto ripartire quanto prima.

Queste, tra le altre, le prospettive su cui occorrerà investire con la prossima amministrazione comunale. Incompatibile e totalmente alternativa a questa che, diciamolo pure, di danni alla Città ne ha già fatti abbastanza.

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