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venerdì, 6 Dicembre 2024

Il dissenso politico non può essere istigazione alla violenza

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A qualche giorno di distanza dagli eventi del 29 e 30 Settembre vorrei a mente fredda fare alcune considerazioni.
Nel corso delle manifestazioni promosse in occasione del G7 dai centri sociali, dai gruppi antagonisti, dagli studenti, dagli esponenti dei No Tav e dai Cobas con il sostegno e la partecipazione di alcuni consiglieri del Movimento Cinque Stelle si sono verificati episodi di violenza contro le Forze dell’Ordine accompagnati da esibizioni di cattivo gusto che sono il sintomo di un latente e pericoloso odio sociale.
In un sistema democratico che presuppone il riconoscimento e la legittimazione di chi la pensa diversamente da te, è legittimo e doveroso consentire a tutti di manifestare democraticamente e pacificamente, ma non sono tollerabili manifestazioni di dissenso che sfociano nell’esibizione di ghigliottine o di teste di politici tagliate ed esposte al pubblico ludibrio.
Diversamente da quanto pensa il Vice Sindaco Montanari questa non è critica politica, questo non è esprimere dissenso, ma semplice stupidità che tende a scivolare verso forme delinquenziali.
Ed in merito stupisce la posizione ambigua dei vertici torinesi del Movimento Cinque Stelle.
Mi sarei infatti aspettato dal Sindaco Appendino e dal Vice Sindaco Montanari una condanna senza sé e senza ma degli episodi di violenza contro le Forze dell’Ordine e una ferma presa di distanza dalle forme di dissenso che sfociano nel e istigano l’odio sociale.
Ed invece sia il Sindaco Appendino, che il Vice Sindaco Montanari si sono limitati ad esprimere vuote parole di circostanza ex post agli agenti feriti, evitando accuratamente di condannare i gravi episodi di cattivo gusto occorsi durante le suddette manifestazioni.
Anzi, il Vice Sindaco Montanari ha in più occasioni pubblicamente sostenuto la legittimità del diritto a manifestare il dissenso, dimenticandosi, e questo è molto grave per un rappresentante delle istituzioni, che un conto è esprimere la propria opinione quale che essa sia, un conto è istigare all’odio e alla violenza e manifestazioni dove vengono esibite ghigliottine e teste tagliate sono una istigazione alla violenza. Ma questa ambiguità è in realtà sintomo di un malessere profondo che sta pervadendo varie fasce del Movimento Cinque Stelle.
Ma se vi è un problema di rappresentatività, se il Vice Sindaco Montanari percepisce un distacco fra la base sociale ed elettorale che ha favorito la vittoria del Movimento Cinque Stelle a Torino e la rappresentanza consiliare e la Giunta del Movimento Cinque Stelle, non è ammiccando ai violenti o non prendendo le distanze da chi è animato da odio e risentimento verso le altre parti politiche che riconquisterà il consenso.
Vi è infatti un reale scollamento fra le promesse elettorali e quanto effettivamente realizzato dalla Giunta Pentastellata, e questo è il vero nodo politico.
I consiglieri Cinque Stelle che fanno proprie alcune istanze dei manifestanti sono la plastica rappresentazione della distanza che c’è fra le scelte amministrative della Giunta Cinque Stelle e le aspettative della base elettorale.
Il Sindaco Appendino e il Vice Sindaco Montanari devono quindi avere il coraggio di affrontare questa situazione.
Torino non può permettersi forme mascherate di sostegno a movimenti che si pongono ai margini della legalità.

Scritto da Alberto Morano, consigliere comunale di Torino “Lista Morano”

 

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