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giovedì, 12 Dicembre 2024

Franco Battiato, quando la musica diventa poesia d’avanguardia

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

Lascerà un vuoto incolmabile Franco Battiato, morto questa mattina nella sua casa di Milo all’età di 76 anni, dopo una lunga malattia. 

Una figura così eclettica e complessa che rifugge da ogni categorizzazione precisa: musicista, compositore, poeta, sperimentatore. Battiato era tutto questo, ma anche molto di più, in una trasversalità di generi e forme d’arte che ben rappresentano la poliedricità dell’arte del Novecento. 

Noto al grande pubblico per brani come “Bandiera Bianca”, “La cura”, “Voglio vederti danzare”, “Centro gravità permanente” che negli anni Ottanta sono diventate delle hit che hanno scalato le classifiche, la logica commerciale non ha mai prevalso nella musica di Battiato che invece ha sempre sfidato il suo pubblico con composizioni musicali insolite, intertestualità, citazioni e richiami letterari, musicali e culturali che per essere scovati tutti necessitavano di molti ascolti.

Una musica che infondo rifletteva l’uomo: enigmatico e riservato, di lui si è sempre saputo molto poco. Ma anche la passione di Battiato per l’arte in tutte le sue forme, essendosi cimentato anche nella pitture e nel cinema. 

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