20.4 C
Torino
sabato, 27 Luglio 2024

Caso Orlandi e le guerre sotto il Cupolone

Più letti

Nuova Società - sponsor
Moreno D'Angelo
Moreno D'Angelo
Laurea in Economia Internazionale e lunga esperienza avviata nel giornalismo economico. Giornalista dal 1991. Ha collaborato con L’Unità, Mondo Economico, Il Biellese, La Nuova Metropoli, La Nuova di Settimo e diversi periodici. Nel 2014 ha diretto La Nuova Notizia di Chivasso. Dal 2007 nella redazione di Nuova Società e dal 2017 collaboratore del mensile Start Hub Torino.

Sul settimanale “Oggi” è stato pubblicato  un interessante articolo sul  “film invisibile” realizzato sul caso Orlandi. 

Si tratta di un’intervista alla giovane attrice. Ombretta Piccioli, che interpretò la ragazza, cittadina vaticana sparita nel nulla il 22 giugno 1983 (dopo una lezione di musica a Sant’Apollinaire), in un film prodotto subito dopo il sequestro, 38 anni fa. Bravi i colleghi di “Oggi” a scovare dopo tanto tempo quella ragazza attrice, all’epoca giovanissima, che fornisce una rarissima testimonianza diretta su quanto ruotò intorno a questa pellicola. Certo si tratta della testimonianza di una quindicenne che ora adulta (51 anni) afferma di sognare di poter partecipare  all’Isola dei famosi. Ma alcuni dettagli forniti dalla Piccioli risultano interessanti sul clima che circondava quelle riprese e sui, rivelatisi più che fondati, timori del regista.

Il film, intitolato “Liberate Emanuela”, con la regia di Gianni Crea,  fu prodotto da due turchi. 

Il mistero continua. La pellicola svanì nel nulla. Anche se fu oggetto di una proiezione.  Copie distrutte, rubate e sequestrate  di cui non si è mai saputo più nulla. Non si è mai approfondito chi e perché aveva interesse a fare quel film e perché ne fu immediatamente dopo cancellata ogni traccia. Potrebbe esserci di mezzo quella più che ventilata pista turco bulgara, ipotizzata anche come possibile via di fuga della ragazza?

Il pezzo riprende un articolo a cui ho contribuito del periodico “Oggi” del 4/3/2021, in cui si è parlato dopo decenni di questo film misterioso.

Questo mentre continuano a spuntare strani personaggi e anche religiosi che indicano mezze tracce, ipotesi, incontri, vie di fuga legate alla vicenda Orlandi. Tra evidenti depistaggi e squarci di possibili verità il “film invisibile” è l’ennesima cartina di tornasole di questo mistero. Insieme ai casi Mirella Gregori, sparita un mese prima della Orlandi, all’uccisione per strangolamento nel gennaio 1984 della giovane 17enne che sognava la rivoluzione, figlia di un regista, Katy Skerl e alla morte per uno strano incidente domestico della 33enne  Paola Deiner, nell’ottobre 2013. Tutte persone che in qualche modo avrebbero legami con il Vaticano o con la pista bulgara.

Anche il flauto, fatto ritrovare nel 2013 e attribuito a Emanuela, è stato incredibilmente distrutto. Il tutto nel pieno di uno scontro durissimo nel cuore della guerra fredda, anche in Vaticano. Una scontro che vide centrale il ruolo di Papa Wojtyla contro ogni ostpolitik e che portò all’attentato ad opera del lupo grigio Ali Agca, di cui è imminente il quarantennale. Ne segui una lotta senza scrupoli, anche sotto il Cupolone, tra fazioni in cui entrarono in gioco diversi soggetti e tra questi emerge una costante e riservata attenzione in particolare dei servizi francesi.  Dopo tutto una delle due fazioni in lotta avrebbe una matrice lituano francese. 

Un conflitto che parte anche da quei generosi aiuti finanziari al sindacato Solidarnosc che diedero avvio alle proteste in  Polonia. Proteste che furono la causa delle prime profonde crepe nell’impero sovietico prima della sua implosione.

Uno scontro in Vaticano davvero senza scrupoli  che vide sempre più emergere dissidi tra il disinvolto IOR (la banca del vaticano) del massone Marcinkus (nome in codice Marpa) e il conservatore e potentissimo Opus dei, amico di quei  generali argentini anticomunisti che fecero sparire una generazione di giovani nell’ oceano: i desaparecidos. Questo nei tempi dello strapotere della P2. I tempi di Ustica,  dello scandalo del Banco Ambrosiano con la strana morte  del suo presidente Roberto Calvi, trovato impiccato sotto il ponte dei frati neri a Londra.

Ricordiamo che, subito  dopo il sequestro di Emanuela, l’attentatore del Papa Agca ritrattò immediatamente le accuse ai bulgari della Balkan Air arrestati come organizzatori di quell’azione. Un fatto decisamente importante per capire il concatenemento di una guerra segreta senza esclusioni di colpi  che vede un legame tra conflitti tra fazioni interne al Vaticano e piste internazionali.  

Nel caleidoscopio di ipotesi legate alla vicenda Orlandi resta il dramma di famiglie toccate negli affetti più cari e innocenti senza una ragione e senza una tomba su cui pregare. 

Un crogiolo che vedrebbe coinvolto il Vaticano ma che non cancella ipotesi e personaggi, faccendieri, istituzioni, mafie, servizi, che si sono incrociati in questa vicenda in un contesto in cui sono sempre e costanti evidenti depistaggi per impedire alla verità di emergere anche dopo 38 anni.

Un gioco macabro che, ancora oggi, pare  oggetto di evidenti e potenti veti che impediscono alla verità di emergere. 

Spesso però le verità non si trovano perché non le si vuole davvero cercare, nonostante un mare di riscontri, per quanto intricati e complessi. Il mistero non esiste. Esiste chi sa e tace, chi depista e chi continua a soffrire. Io sono fiducioso sulla concreta possibilità che presto possano aprirsi ulteriori squarci di luce. Questo in particolare se alcuni canuti si decidessero a parlare davvero prima che sia troppo tardi. Un quadro in ogni caso complesso in cui chi parla spesso ha visto o potuto comprendere solo in dettaglio di un grande mosaico.

- Advertisement -Nuova Società - sponsor

Articoli correlati

Nuova Società - sponsor

Primo Piano