I risultati del dossier del professore Marco Ponti vengono pubblicati il giorno dopo la batosta che il Movimento 5 stelle ha preso in Abruzzo. Inutile aspettare oltre: serve ossigeno. Ed ecco che viene ufficializzato quello che infondo si sapeva già: il segreto di pulcinella più volte svelato da Danilo Toninelli e Luigi Di Maio, tra battute e realtà, ovvero che la Torino-Lione costa troppo e quindi la Tav è bocciata. Un enorme spreco di denaro pubblico con un divario tra costi e benefici che nella migliore delle ipotesi sarebbe di 5,7 miliardi e nella peggiore di quasi otto. E per chi avanza la questione delle penali la risposta è che anche pagando le multe per lo stop all’opera i benefici si fermerebbero a 800 milioni. Ponti tiene anche presente di quanto affermato da Telt, la ditta costruttrice del tunnel di base, secondo la quale chiudere i cantieri e ripristinare i luoghi in cui sono iniziati i lavori comporterebbe un costo di 1,5 miliardi di euro: in questo caso il divario si assottiglia si, ma di poco, e comunque non sotto la soglia dei 5 miliardi.
A giustificare questa analisi i dati sul traffico nell’area a cavallo tra Piemonte e Francia e sulle reale domande di un nuovo trasporto veloce su rotaie. In altre parole l’analisi commissionata da Toninelli avrebbe smontato i numeri trionfalistici che dal 2011 accompagnavano i dossier Tav dei precedenti governi, sempre favorevoli all’opera. Insomma, chi c’era prima ipotizzava una crescita del traffico tra il 50 e l’80 per cento entro il 2059: + 51 milioni di tonnellate trasportate, + 4 milioni di passeggeri internazionali, + 4 milioni di passeggeri regionali su base annua. Insomma flussi di crescita di 2,5 per cento all’anno in trentanni. Le stime di Ponti invece parlano di 1,5 per cento di crescita e considerano inattendibili le ipotesi per cui il traffico di zone più lontane come Ventimiglia e Brennero si spostino sulla Torino-Lione, così come mette in conto le perdite economiche per i mancati pedaggi di strade e autostrade. Senza considerare che il tunnel del Frejus conta un passaggio di solo 2000 mezzi pesanti al giorno, contro un traffico di 80 mila lungo le strade.