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sabato, 27 Luglio 2024

Tav, ecco l’analisi costi-benefici che boccia la Torino-Lione

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

I risultati del dossier del professore Marco Ponti vengono pubblicati il giorno dopo la batosta che il Movimento 5 stelle ha preso in Abruzzo. Inutile aspettare oltre: serve ossigeno. Ed ecco che viene ufficializzato quello che infondo si sapeva già: il segreto di pulcinella più volte svelato da Danilo Toninelli e Luigi Di Maio, tra battute e realtà, ovvero che la Torino-Lione costa troppo e quindi la Tav è bocciata. Un enorme spreco di denaro pubblico con un divario tra costi e benefici che nella migliore delle ipotesi sarebbe di 5,7 miliardi e nella peggiore di quasi otto. E per chi avanza la questione delle penali la risposta è che anche pagando le multe per lo stop all’opera i benefici si fermerebbero a 800 milioni. Ponti tiene anche presente di quanto affermato da Telt, la ditta costruttrice del tunnel di base, secondo la quale chiudere i cantieri e ripristinare i luoghi in cui sono iniziati i lavori comporterebbe un costo di 1,5 miliardi di euro: in questo caso il divario si assottiglia si, ma di poco, e comunque non sotto la soglia dei 5 miliardi.

A giustificare questa analisi i dati sul traffico nell’area a cavallo tra Piemonte e Francia e sulle reale domande di un nuovo trasporto veloce su rotaie. In altre parole l’analisi commissionata da Toninelli avrebbe smontato i numeri trionfalistici che dal 2011 accompagnavano i dossier Tav dei precedenti governi, sempre favorevoli all’opera. Insomma, chi c’era prima ipotizzava una crescita del traffico tra il 50 e l’80 per cento entro il 2059: + 51 milioni di tonnellate trasportate, + 4 milioni di passeggeri internazionali, + 4 milioni di passeggeri regionali su base annua. Insomma flussi di crescita di 2,5 per cento all’anno in trentanni. Le stime di Ponti invece parlano di 1,5 per cento di crescita e considerano inattendibili le ipotesi per cui il traffico di zone più lontane come Ventimiglia e Brennero si spostino sulla Torino-Lione, così come mette in conto le perdite economiche per i mancati pedaggi di strade e autostrade. Senza considerare che il tunnel del Frejus conta un passaggio di solo 2000 mezzi pesanti al giorno, contro un traffico di 80 mila lungo le strade.

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