Oltre al Partito Democratico romanizzato c’è un altro concetto di Pd più territoriale che può diventare la chiave di volta per contrastate la Lega pigliatutto targata Matteo Salvini.
Ed è di questo che parla un articolo de “Il Foglio”, a firma David Allegranti (leggi qui).
“Il centrosinistra lombardo (con una sponda piemontese) cerca un modello alternativo allo zingarettismo”, recita il sommario.
E sulla sponda piemontese c’è Stefano Lo Russo, capogruppo in consiglio comunale a Torino per il Pd, già assessore nella precedente giunta Fassino.
Al Foglio Lo Russo spiega come: «il centrosinistra, pur nelle difficoltà generali, in molte realtà locali ha vinto, e non solo al nord, dove aveva validi amministratori». Secondo Allegranti Lo Russo sta “lavorando in Piemonte per costruire una rete trasversale a sostegno di Sala”.
Dice Lo Russo: «Per questo nel Pd servirebbe un maggior impulso a riprendere i contatti con le autonomie locali. Il tema da affrontare è quello di un partito nazionale che deve rinnovare i fili con il territorio. È una prospettiva più interessante sui cui vale la pena lavorare rispetto alle varie ipotesi di costruzione artificiale di civismo che spesso sentiamo in questi mesi».
Su “Il Foglio” aggiunge il capogruppo: «In questo Pd dovrebbe essere recuperata e valorizzata la credibilità del nord produttivo e delle realtà amministrative anche medio-piccole, che percepiscono Roma e le sue logiche come entità lontane e astratte. Un po’ come ha fatto la Lega, che non a caso ha sempre valorizzato i propri amministratori. Pensiamo al nuovo presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, che viene da quel percorso e in giunta ha messo persone legate al territorio».
Ma, continua l’articolo di Allegranti, “Il Pd, invece, sembra essere prigioniero delle solite logiche, osserva Lo Russo: «In troppi casi tende a prevalere ancora troppo il correntismo di appartenenza»