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sabato, 27 Luglio 2024

Salone del Libro: lo stallo di questi giorni si poteva evitare mesi fa

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La vicenda del clamoroso ritardo della firma del contratto di affitto e service con il Lingotto per ospitare la 31 edizione del Salone del Libro e anche la sua trasposizione esterna a mezzo stampa merita qualche commento.
1) Ci si accorge solo adesso che GL è il gestore dell’unico centro congressi della Città? Quando avviammo tra mille polemiche promosse proprio da Appendino le pratiche urbanistiche per la realizzazione del nuovo centro congressi sull’area ex-Westinghouse una delle molteplici ragioni a favore del progetto era anche quella di uscire da questo regime monopolistico di fatto in essere a Torino e aumentare l’offerta di spazi espositivi e la concorrenza. L’aver combattuto contro prima e rallentato poi le procedure per la realizzazione del nuovo centro congressi (peraltro speriamo non irreparabilmente) non si è rivelata una grande scelta lungimirante dell’attuale Sindaca. Anche in termini di messaggio politico rispetto ai diversi interlocutori. A noi non stupisce, essendo la stessa completamente priva di una vera visione strategica per la Città e tendente più a pensare ai dettagli che alle cose importanti e serie.
2) Il 4 dicembre 2017, solo quattro mesi fa, la sindaca Appendino ha fatto approvare, nel silenzio generale, la modifica urbanistica (Deliberazione 2017-04956) al Piano Particolareggiato Lingotto che consente di realizzare nel Padiglione 5 nuova superficie commerciale al posto della originale destinazione espositiva. Questa modifica urbanistica ha consentito a GL, l’attuale controparte nella trattativa per l’affitto al Salone del Libro, di procedere all’alienazione del medesimo Padiglione 5 a GWM, attuale gestore del centro commerciale. E’ plausibile che tale transazione sia avvenuta con una discreta plusvalenza per GL. Possibile che nelle complesse trattative che sono state intavolate solo pochi mesi fa da Appendino sul Padiglione 5 la questione del 31 Salone del Libro non sia emersa? Eppure noi in Aula l’abbiamo denunciato con grande chiarezza. Se si, grave il non aver posto condizioni a beneficio della Città, almeno sul 31 Salone del Libro, se invece non sono emerse questo denuncia una grave mancanza di qualità e di peso specifico dell’amministrazione nel gestire partite complesse. Ma anche qui non ci stupiamo più. È l’ennesimo episodio di una Amministrazione che tira a campare.
3) Leggiamo che ci sarebbe irritazione per l’atteggiamento di GL rispetto al fatto che vengano richiesti gli arretrati dovuti e garanzie sul pagamento IMU. Vedasi il punto 2 e in ogni caso l’irritazione non è un buon viatico per le trattative. Suggeriamo, non avendolo colpevolmente fatto prima, di trovare almeno adesso una via di uscita amministrativa velocemente. Non è tentando di by-passare l’attuale management italiano di GL che si stemperano gli angoli. GL fa i suoi interessi, la Città faccia i propri visto che a dicembre forse ha sottovalutato alcune evidenti questioni.
4) Abbiamo decine di persone che stanno lavorando gratis e solo sulla fiducia al buon andamento del Salone, decine di fornitori che non hanno preso i soldi dell’edizione del Salone 2017 e che rischiano di lasciare a case dei lavoratori e ancora da risolvere il problema della ex Fondazione. Senza nulla togliere al tema oggetto del contendere attuale – l’affitto degli spazi – ci piacerebbe vedere analoga propagandata “schiena dritta” anche nei confronti di queste questioni. Che forse per importanza, drammaticità delle conseguenze ed eticità sono anche più importanti.
5) La tesi che si sta facendo filtrare da parte di chi si è auto-incagliato nelle trattative è che qualora dovesse saltare l’accordo sull’affitto, e quindi il Salone, cosa che sarebbe una sciagura per la Città, sarebbe colpa del fatto che fino a due anni fa l’amministrazione di centrosinistra sarebbe stata accondiscendente nei confronti di GL. Ora sul punto è in corso una indagine della Procura di cui attendiamo di vedere gli esiti, ma una cosa va comunque precisata: sarebbe surreale che se l’edizione del 2018 saltasse per il mancato accordo, Appendino provasse a dire che “è colpa di chi c’era prima” come sta cercando di far passare per preparare la sua way-out.
No cara sindaca, ha gestito la trattativa lei e aveva tutto il tempo e il modo per affrontarla e risolverla per tempo a partire dal cambio di destinazione del Padiglione 5 facendo valere gli interessi della Città.
Scritto da Stefano Lo Russo, capogruppo Pd in consiglio comunale a Torino

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