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sabato, 27 Luglio 2024

Ritorna al Baretti Portofranco. Il cinema invisibile che da 14 anni fa riflettere

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Moreno D'Angelo
Moreno D'Angelo
Laurea in Economia Internazionale e lunga esperienza avviata nel giornalismo economico. Giornalista dal 1991. Ha collaborato con L’Unità, Mondo Economico, Il Biellese, La Nuova Metropoli, La Nuova di Settimo e diversi periodici. Nel 2014 ha diretto La Nuova Notizia di Chivasso. Dal 2007 nella redazione di Nuova Società e dal 2017 collaboratore del mensile Start Hub Torino.

Ritorna al Baretti, con la sua 14a edizione, Portofranco rassegna di cinema invisibile. Un’ormai consolidata e qualificata proposta culturale che, dal cuore di San Salvario, incontra l’attenzione di un vasto pubblico di ogni età. “Prima della pandemia a volte non riuscivamo a far entrare tutti coloro che si presentavano in biglietteria, ora, nonostante la rimozione dei vincoli sui posti in sala, non riusciamo più a riempire la sala, ma siamo sicuri di tornare al più presto alle presenze pre lockdown” ricorda Jimmy Ceriana, uno dei veterani appassionato di cinema, tra i fondatori della rassegna.

 Ceriana ricorda come quella di Portofranco sia un’esperienza culturale va ben oltre la semplice visione di una pellicola: “Oltre al film sono per noi essenziali incontri, dibattiti, confronti, collaborazioni con  diverse associazioni culturali come   Alliance Francaise, Russkij Mir e Goethe Institute, insieme a protagonisti  (registi, artisti), esperti e soggetti a vario titolo coinvolti nelle tematiche affrontate dai film in programma”. Un’esperienza che è diventata un referente culturale e sociale per il quartiere e non solo.

Una scommessa che ha portato, in tempi di crisi del cinema e di distacco dai temi di approfondimento culturale, un successo di pubblico con pellicole, e relativi temi trattati, spesso impegnative e drammatiche (ma non solo). “Nel tempo abbiamo sviluppato un crogiolo di contatti fondamentali per continuare e aggiornare le nostre proposta di cinema di qualità. (è il caso del cinema silenzioso estivo con le cuffie alla Casa del Quartiere di via Morgari).   Questo in un momento   in cui non si sono placate le polemiche per la movida in un quartiere fortemente multietnico.

Intanto è partito il nuovo calendario 2021 2022.   Si è ripreso con un documentario di oltre tre ore sull’affascinante e inquietante vicenda dei catari. Un originale e poco noto culto cristiano, tollerante e pacifista con influssi orientali, partito dalla Bulgaria, che ebbe molto successo nel 1100 nel nord Italia e in Francia. Culto definito eretico che fu oggetto della prima crociata in Europa contro gli albigesi. Uno sterminio meno noto delle missioni successive in Terrasanta, ma quanto mai feroce. In quel contesto nel corso di un assedio fu posta la domanda: “Come faccio a distinguere i cristiani dagli altri? Ammazzali tutti tanto poi nell’aldilà sapranno distinguerli”. Dopo la proiezione il pubblico ha avuto modo di interloquire con il regista documentarista Fredo Valla.

L’esperienza di Portofranco, come detto, va molto oltre la semplice proposta cinematografica e i suoi contatti vanno molto lontano da Torino.  Le selezioni, con supporto di approfondite schede per il pubblico, sono molto attente a quello che emerge nel mondo in realtà spesso oggetto di regimi e repressione o sconvolte da atavici conflitti, o da contesti sociali particolarmente drammatici.

E’ questo lo spirito di Portofranco e la chiave del suo successo che ha fatto sì che, in un mondo in cui vi è  meno appeal per le sale cinematografiche,  si deve fare i conti con una realtà in cui devi arrivare presto per trovare il tuo biglietto.

Temi emergenti in questa nuova edizione?

“Come sempre i temi principali sono quelli sociali sia nel privato che nella società, oltre al recupero di pellicole meritevoli che non hanno avuto modo di arrivare ad un pubblico generale” risponde l’esperto di cinema che non perde mai un festival e una rassegna per aggiornarsi, e conclude con orgoglio: “quella proposta al Baretti è la giusta dimensione per gustare una pellicola, non certo quella delle multisale”. 

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