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sabato, 27 Luglio 2024

Paolo Furia: “Ricostruire il Pd come partito del lavoro e dei lavoratori”

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Redazione
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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Ieri sera, 11 luglio, a Quarona (VC) c’erano operai, diversi ex operai, partite iva, studenti universitari, sindacalisti, un ex sottosegretario del governo.

Il tema della serata era il futuro del Pd, ma (per fortuna) ciò di cui si è parlato di più è il lavoro. Terra operaia, la Valsesia sta tornando ai livelli di crisi del 2009: gli ordinativi, rispetto all’anno scorso, calano dal 20 al 40% e le situazioni di crisi aumentano, giù fino a Gattinara.

Tanti, anche tra i presenti, si sono detti contro il jobs act e la linea del Pd: su art 18, tutele crescenti solo apparenti, sulle pensioni, contro gli abusi nell’alternanza scuola-lavoro.

Ho provato a ricordare che prima del jobs act alcune figure professionali già esistenti come i co.co.co. non avevano neanche un ammortizzatore sociale. Che la precarizzazione del lavoro è iniziata prima e che il troppo alto costo del lavoro danneggia prima di tutto i lavoratori.

Dobbiamo tuttavia trovare proposte nuove e radicali, andando oltre allo spirito del Jobs Act per fare nostra la tensione verso un mondo del lavoro non solo più dinamico, ma anche più giusto. Tema, quello della giustizia sul lavoro, che, se messo in mano a soggetti come i 5 Stelle, o alla Lega, trova solo sbandieramenti senza risposta

Provo a delineare solo qualche tema su cui occorre formulare le proposte del PD sul lavoro a livello regionale:

1) passare, dagli incentivi a tutti, incentivi solo a chi promuove contratti buoni. Finita la stagione degli sgravi contributivi indifferenziati, occorre premiare (con più risorse) chi investe nel capitale umano (le persone) e punire chi non lo fa!

2) riattivare la “cassa integrazione in Deroga” : la possibilità per la regione di cogestire crisi industriali complesse, per le quali gli ammortizzatori sociali esistenti non bastano.

3) rimpolpare gli strumenti tipo il “contratto di insediamento” per favorire nuove aperture e rilanciare le opportunità europee rivolte all’innovazione (i piani di industria 4.0 sono stati giudicati positivamente dalle aziende e ora col governo giallo verde non sappiamo più niente).

4) fornire tutele a chi non ne ha, insistendo sul piano nazionale per il riconoscimento dei riders come lavoratori subordinati e ponendo sotto osservazione le nuove varie forme di cottimo legalizzato in cui vengono fatti vivere tanti lavoratori a provvigione oggi.

Altri complessi temi vengono sollevati dal problema del lavoro. Sicuramente sarà un nostro assillo ricostruire il Pd come partito del lavoro e dei lavoratori.

 

Scritto da Paolo Furia, segretario piemontese del PD

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