Quanto è accaduto sabato sera in piazza San Carlo e le polemiche che ne sono divampate non possono esimerci dal considerare l’analisi sul comportamento irrazionale della massa davanti al maxischermo per la finale Juventus-Real Madrid. Da che cosa è scaturito? Come è stato possibile che il panico sia diventato comportamento generale, onda d’urto di un qualcosa di indecifrabile (frutto comunque di una bravata) cui è stato dato immediatamente nome e cognome di pericoloso? E per contrasto, perché l’isteria collettiva non è stata filtrata da anticorpi individuali? Non è necessaria una lettura psicologica per sapere che la mente umana ha da sempre necessità della paura per raggiungere il desiderio di sicurezza. Un desiderio che il Potere (politico, economico, finanziario) sfrutta infallibilmente a proprio vantaggio. Chi non ricorda la psicosi della viaria, di recente quella della meningite in Piemonte, e andando ancora a ritroso nel tempo, dell’influenza che nel 2009, attraversando l’Atlantico dagli Stati Uniti avrebbe dovuto bersagliare l’Europa, in cui si reclamava a gran voce imponenti scorte di vaccini…
Davanti al maxischermo in piazza San Carlo è andata però in scena un’altra variante del panico: quella figlia della diseducazione della massa sportiva in Italia vellicata da anni di demagogia dei governanti e dirigenti sportivi. Una diseducazione che ha prodotto e continua a produrre imbarbarimento, sottocultura e in alcuni casi collusioni con la malavita organizzata, se non allucinanti prostrazioni quando la squadra del proprio cuore perde con la conseguente perdita di autocontrollo, autostima e sicurezza. Se i divieti e le più elementari norme per ridurre rischi e pericoli sono poi dimenticati o trascurati dall’amministrazione comunale che deve garantire l’ordine pubblico e la tutela collettiva, la fragilità nelle reazioni della massa è destinata ad esplodere dinanzi all’imprevisto. L’educazione delle masse passa dalla credibilità e dall’autorevolezza: uno dei limiti della politica e di chi, nello specifico, oggi governa Torino. Ma per tutti noi, il vero panico.