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sabato, 27 Luglio 2024

“Nome in codice Caesar” al Polo del ‘900

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Riccardo Graziano
Riccardo Graziano
Figlio del boom demografico e dell'Italia del miracolo economico, vive con pessimismo non rassegnato l'attuale decadenza del Belpaese. Scopre tardivamente una vocazione latente per il giornalismo e inizia a scrivere su varie testate sia su carta stampata sia su web.

Inaugura giovedì 5 ottobre, al Polo del ‘900, la mostra “Nome in codice Caesar”, presentata per la prima volta qualche mese fa al Palazzo dell’ONU di New York. Trenta fotografie dai contenuti scioccanti, selezionate fra le oltre 50 mila scattate e successivamente trafugate da un ex ufficiale della polizia militare siriana identificato con lo pseudonimo di “Caesar”, incaricato dal regime siriano di documentare quanto accadeva ai detenuti nelle carceri governative.

La mostra è ospitata dalla Fondazione Vera Nocentini nei locali del Polo de ‘900 e gode del contributo e patrocinio del Consiglio Regionale del Piemonte, del contributo della Fondazione CRT, del patrocinio della Città di Torino, ed è stata voluta e promossa in Italia da FNSI – Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Amnesty International Italia, FOCSIV – Volontari nel Mondo, Un Ponte Per, Unimed – Unione delle Università del Mediterraneo ed Articolo21, mentre aderiscono all’iniziativa Acmos, Associazione Stampa Subalpina, Centro Studi Sereno Regis, Gruppo Abele, Sermig.

Prima di arrivare a Torino, la mostra è stata presentata in varie sedi nazionali e internazionali, e sarà visibile in città dal 5 al 17 ottobre, con orario dalle 10 alle 20, dal lunedì alla domenica. Accanto alla mostra sono previsti numerosi eventi focalizzati sull’analisi della guerra in Siria. In particolare, il giorno dell’inaugurazione ci sarà Workshop (per insegnanti e solo su prenotazione) a cura di Andreja Restek, fotoreporter autrice di numerosi reportage e pubblicazioni sulla Siria, fondatrice e direttrice del sito APR News e della Onlus “L’ambulanza dal cuore forte”, da lei fondata proprio per portare soccorso nelle zone colpite dal conflitto.

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