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sabato, 27 Luglio 2024

Osvaldo Napoli (FI): “Appendino svende l’argenteria per evitare il predissesto ma servono misure straordinarie”

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Moreno D'Angelo
Moreno D'Angelo
Laurea in Economia Internazionale e lunga esperienza avviata nel giornalismo economico. Giornalista dal 1991. Ha collaborato con L’Unità, Mondo Economico, Il Biellese, La Nuova Metropoli, La Nuova di Settimo e diversi periodici. Nel 2014 ha diretto La Nuova Notizia di Chivasso. Dal 2007 nella redazione di Nuova Società e dal 2017 collaboratore del mensile Start Hub Torino.

di Moreno D’Angelo

Il capogruppo di Forza Italia in Comune Osvaldo Napoli attacca la scelta del Comune di svendere le società partecipate e immobili in un momento non certo favorevole del settore: «Il sindaco di Torino ha scelto di svendere l’argenteria di famiglia del Comune per evitare il pre-dissesto finanziario. Una scelta che Forza Italia giudica profondamente sbagliata anche se la drammatica situazione in cui si trova il Comune impone in ogni caso misure straordinarie. Appendino chiama sul banco degli imputati la precedente giunta di Piero Fassino, ma dimentica che i buchi di bilancio di Torino sono storicamente datati e non risparmiano nessuna delle giunte di centrosinistra che si sono alternate negli ultimi 25 anni, un periodo che ha visto sempre Forza Italia all’opposizione».

Entrando nel merito dell’operazione il battagliero veterano azzurro si domanda: «Ma davvero il Comune deve sbarazzarsi di aziende, o quote di esse, altamente profittevoli per le casse comunali? Svendere immobili, visto il ciclo basso del settore, per fare cassa e racimolare gli 80 milioni che la giunta prevede di incassare fra il 2018 e il 2021 per ripianare i buchi di bilancio? Se davvero la giunta pentastellata ha a cuore, come dice di avere, la trasparenza dei conti e della gestione, la via maestra sarebbe stata quella del pre-dissesto. In quel caso, la magistratura contabile dovrebbe ricostruire le fasi storiche in cui il debito si è accumulato e si potrebbero conoscere le responsabilità vere ed effettive».

Napoli evidenzia con preoccupazione la mancanza di una vera linea o di una “terapia d’urto” per fronteggiare una situazione finanziaria che viene definita al pari se non peggio di quella romana: «25 anni di centrosinistra hanno prodotto lo stato comatoso della finanza comunale, ma un anno e mezzo di amministrazione grillina è passato senza che sia mai stata indicata per tempo la terapia d’urto. Risanare i conti vendendo e svendendo i beni di famiglia dei torinesi è facile per chiunque. Perché la giunta non ha migliorato la capacità di riscossione del Comune, vista la mole straordinaria di crediti vantati e stimata in oltre 50-60 milioni? Se l’amministrazione Appendino non è riuscita in questo, è ingiusto far pagare il conto ai torinesi, per le bugie del passato e per l’incapacità del presente».

Napoli preannuncia la ferma opposizione di Forza Italia per un piano di risanamento che appare sempre più simile a un piano di svendita dei beni pubblici non dimenticando le responsabilità delle Giunte precedenti. «I torinesi hanno il sacrosanto diritto a un dibattito politico nella sede propria del Consiglio comunale per conoscere i capi d’accusa del sindaco Appendino a Piero Fassino e la difesa che Fassino e, immagino il PD, fa delle passate amministrazioni non solo quella di Fassino».

In conclusione Osvaldo Napoli ribadisce le accuse di immobilismo per il preoccupante arretramento anche economico della città causato da una amministrazione che rischia di trasformare Torino in una periferia della capitale lombarda. «In un anno e mezzo di inattività della giunta grillina, e dell’eredità lasciata, Torino ha avvicinato e superato Roma quanto a drammaticità dei problemi».

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