di A.D.
Alberto Morano ha aspettato 24 ore, in cui ha letto le carte, studiato i numeri del Piano di risanamento di Appendino. Il consigliere, già candidato sindaco, non ha voluto, a differenza di alcuni suoi colleghi, partire in “quarta”, a testa bassa, senza prima avere chiara la situazione.
«È sicuramente apprezzabile che la giunta Cinque Stelle con il piano di risanamento illustrato da Appendino, stia cercando di evitare il pre-dissesto, che avrebbe conseguenze drammatiche, e abbia deciso di non ricorrere alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale», è convinto Morano.
«Non si può però non sottolineare – aggiunge Morano – come il prospettato piano di interventi presenti, di primo acchito, riservandomi una più approfondita analisi nei prossimi giorni, alcune significative criticità».
Secondo il consigliere comunale i punti “oscuri” riguardano gli incassi sulle vendite degli immobili «che appaiono irrealistici nell’attuale contesto di mercato. Se la Città incasserà il 50% di quanto previsto nel piano sarà già un successo»
Anche sulla dismissione delle partecipate minori ci sono forti dubbi «difficilmente porterà incassi significativi al Comune di Torino», sostiene Morano. Altre entrate non certe: «Il piano non da conto dei minori incassi per multe e oneri di urbanizzazione per l’anno 2017». Ma su tutto diventa importante, come dice da tempo l’esponente di centrodestra, salvare il Gruppo Torinese Trasporti. Un compito sicuramente non facile, per l’amministrazione.
«Il presupposto essenziale del piano, anche se non dichiarato, è il salvataggio di GTT che ha un fabbisogno di circa 150 milioni di Euro – spiega Alberto Morano – ciò significa che entro fine anno occorre che un soggetto (il Comune quale socio, la Regione Piemonte, lo Stato, i creditori, un terzo investitore, etc.) apporti alla società la liquidità necessaria».
E se questo non avvenisse? «In caso contrario GTT dovrà accedere ad una procedura concorsuale con la conseguenza che la convenzione con la società con la quale il Comune si impegna a rimborsare i suoi debiti scaduti in dieci anni non potrà avere attuazione».
«La Città si ritroverà a dover contabilizzare nell’anno e pagare a GTT tutti i debiti scaduti e incasserà i crediti vantati verso GTT in moneta fallimentare. Ciò originerà un disavanzo nei conti del Comune di oltre 100 milioni di euro».
«Occorrerà quindi innanzi tutto che la Città affronti il nodo GTT (ed Infra.To) partendo dal Piano Industriale predisposto dalla società e reperendo le risorse necessarie a garantire la continuità aziendale. In caso contrario il piano di risanamento dei conti di Torino proposto dalla Giunta Appendino si rivelerà, ancor prima della sua entrata in vigore, irrealistico ed irrealizzabile», conclude Morano.