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sabato, 27 Luglio 2024

Lotteria degli scontrini: cosa ne pensano i commercianti italiani

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La lotteria degli scontrini, voluta dall’ormai decaduto Governo Conte per incentivare i pagamenti elettronici e minimizzare le “tentazioni” di ricorrere alla micro-evasione fiscale (che nella totalità della sua massa costa alle casse erariali diversi miliardi di euro di mancate entrate), ha generato reazioni contrastanti. Alle lodi di coloro che hanno plaudito l’intento quasi “pedagogico” nei confronti di un popolo come quello italiano, da sempre refrattario ad abbandonare del tutto l’utilizzo del denaro contante, hanno fatto da contraltare le polemiche di chi considera tale provvedimento una sorta di elemosina di stato. Senza contare i problemi tecnici e i ritardi nella messa a regime tecnologica del sistema di raccolta e invio dei dati, che passa inevitabilmente per delle modifiche ai singoli registratori di cassa, da effettuarsi a carico dei singoli esercenti per un costo che può arrivare sino a 300 euro fra installazione del software dedicato e acquisto degli appositi scanner di lettura.

È proprio su questo terreno che si gioca la polarizzazione più feroce, che vede protagonisti gli stessi commercianti, di qualunque tipo essi siano e qualunque tipo di merce essi trattino. Con una piccola clausola: da questo discorso, infatti, va tenuta separata la GDO, la quale è stata in grado di adeguare i propri registratori di cassa praticamente in tempo reale, con un esborso assolutamente ammortizzabile per i loro budget. Anche perché, nel corso della pandemia che ha occupato militarmente la vita pubblica durante tutto il 2020 – e minaccia di fare lo stesso anche nel corso del 2021 –, proprio la GDO ha visto in molti casi aumentare i propri fatturati, essendo tali esercizi gli unici in grado di garantire la fornitura costante di beni di prima necessità (e non solo) alla popolazione.

Invece per i piccoli commercianti al dettaglio, che in genere operano sotto forma di aziende a conduzione familiare, la questione è stata molto più complessa. Alcuni di loro – i più fortunati – sono stati in grado di mantenere il loro fatturato al di sopra del livello di galleggiamento, anche grazie a una congerie di fattori non direttamente connessi alla qualità del loro lavoro: ad esempio, un’ubicazione più felice di altre, il possesso dei locali (che esenta dal pagamento di un affitto), la densità del contagio (chi abita in Veneto o in Lombardia è stato, in tal senso, molto più svantaggiato), sono degli elementi chiave che hanno determinato le maggiori o minori possibilità di “sopravvivenza” di un’attività commerciale, pur non essendo strettamente legati al livello qualitativo del servizio da quest’ultima offerto. Per questi commercianti, al pari della GDO, adeguare i propri strumenti tecnologici alle esigenze imposte dalla lotteria degli scontrini è stato uno sforzo tutto sommato sostenibile. Per coloro che, al contrario, durante la pandemia hanno registrato delle perdite ingenti, anche un investimento un tempo derubricabile come irrilevante per le casse delle loro aziende, oggi rappresenta uno sforzo insormontabile.

Inoltre, va aggiunto che il termine lotteria, e lo schema puramente casuale e aleatorio che esso evoca, non sembrano possedere quei criteri di ecumenismo e imparzialità che qualsiasi provvedimento governativo dovrebbe fare propri, in quanto destinati alla totalità della popolazione e non a una ristretta cerchia di eletti (in questo caso di estratti). In qualità di fondatore del portale Lottery’n Go, e dunque autorità riconosciuta in materia, Liam Wilson ha descritto come acquistare online dei biglietti della lotteria e i motivi per i quali partecipare a tali giochi possiede un fascino, a suo modo di vedere, unico. Nessuno dei criteri individuati da Wilson sembra attagliarsi alla lotteria degli scontrini: segno che uno scollamento semantico, per quanto ben nascosto, esiste. Forse rivedendo quest’ultimo aspetto quello strato di sfiducia nei confronti di tale iniziativa – soprattutto da parte dei commercianti – si assottiglierà, e anche le spese per l’adeguamento tecnologico dei macchinari non verranno più viste come l’ennesima gabella da saldare in tempi di carestia.

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