Tante questioni aperte in Europa e un importante lavoro da fare sui giovani
di Daniele Viotti*
Abbiamo perso, ma sono orgoglioso di aver sostenuto questa riforma. Ho cercato di spiegare le ragioni e i meriti del sì andando oltre i toni assurdi, violenti e divisivi che si sono tenuti da entrambi le parti. Al di là del risultato, nettissimo, questo tipo di dibattito mette a rischio la vita politica di questo Paese.
A Matteo Renzi concediamo l’onore delle armi. Ha concentrato tutto su di sé (sbagliando, come ho sempre detto) e ne ha accettato i risultati. Ha pronunciato un bel discorso di sconfitta, che però deve avere delle conseguenze politiche.
Quello che questa vicenda ci suggerisce è che evidentemente cercare voti al centro non serve più, così come l’essere moderati, che bisogna partire da proposte nuove, per esempio pensando ai giovani. Dobbiamo oggi fare i conti con il fatto che gli elettori della fascia d’età 18-34 hanno votato in massa per il no (sono stati l’81%). Oggi, più che mai, dobbiamo chiedere agli under 35 (che evidentemente non votato più il PD) come vogliono e come immaginano il futuro, che idee hanno per il lavoro, l’uguaglianza, l’innovazione, la scuola, la ricerca, la cultura e l’ambiente.
Per quanto riguarda l’Europa, il prossimo Presidente del Consiglio dovrà affrontare moltissime questioni ancora aperte.
La linea di Matteo Renzi con Bruxelles era giusta perché andava contro l’austerità, e in favore dell’innovazione e degli investimenti.
È evidente che l’Italia da domani si ripresenterà in Europa con meno forza rispetto a prima. Dal semestre di presidenza italiana in poi tutte le richieste dell’Italia erano accompagnate da promesse di riforme (comprese quella costituzionale) in parte attuate. Tutti i giornali stranieri aprono dicendo che è stato un voto sull’Europa e sull’euro e questo ci indebolisce enormemente nel campo delle trattative.
Nigel Farage è stato uno dei primi a commentare scrivendo «Spero che gli exit poll in Italia siano giusti. Questo voto mi sembra essere più sull’euro che su un cambiamento istituzionale». Gli ha fatto eco il tweet di Marine Le Pen che si è complimentata con Salvini per la vittoria del no.
Avendo fondamentali macroeconomici peggiori della Gran Bretagna e degli Stati Uniti, la nostra “Brexit” potrebbe avere conseguenze molto pericolose.
Nei prossimi mesi vivremo in Europa appuntamenti importanti, tra i quali la revisione dell’attuale quadro finanziario per i prossimi tre anni e la definizione del prossimo quadro finanziario pluriennale che partirà nel 2020. Dobbiamo continuare ad avere un ruolo da protagonisti.
*europarlamentare del Partito Democratico