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sabato, 27 Luglio 2024

Gli italiani poco propensi al risparmio: lo dimostra uno studio internazionale

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L’Italia, un popolo di poeti, marinai, cuochi, sarti ma non di risparmiatori, stando ad una classifica internazionale che mette in luce la propensione al risparmio dei 25 paesi membri dell’OCSE. Infatti, solo il 68% dei cittadini intervistati ha riconosciuto di prestare attenzione al risparmio quando deve effettuare un acquisto. Questo dato si trasforma in un distacco notevole prendendo in considerazione le abitudini dei cugini francesi, al primo posto di questa speciale classifica. Circa il 98% degli intervistati riconosce di esaminare attentamente il rapporto qualità – prezzo al momento di un acquisto online. Le cose non migliorano quando si tratta di valutare le offerte al supermercato. Nel fare ciò, siamo i meno attenti insieme a Nuova Zelanda, Lituania e Portogallo. Stime che devono indurre delle riflessioni nei consumatori. Non a caso, nessun brand di Food&Drink è tra i più cercati sui motori di ricerca dove spiccano invece Amazon, Ebay, Zalando, Shein ed altri colossi internazionali. Insomma, quando si tratta di fare la spesa continuiamo a preferire i metodi tradizionali, senza renderci conto delle grandi risorse offerte dal web.

Come calcolare la propensione al risparmio 

Nel luglio di quest’anno, una società italiana, la Bravo Sconto, facente parte del Bravo Savings Network, è riuscita nell’ardua impresa di determinare la propensione al risparmio sugli acquisti online. Gli studi, effettuati dagli analisti della società, si riferiscono alle abitudini dei consumatori nei 25 paesi membri dell’OCSE, l’Organizzazione per lo sviluppo economico e la cooperazione. Bisogna evidenziare anche che alcune stime sono state tratte da Numbeo e dal dipartimento statunitense per le politiche agricole. Nel definire l’indice Smart Shopper Scale, assegnando un punteggio ad ogni Stato, si è tenuto conto di molteplici aspetti ossia i risparmi delle famiglie, la spesa effettuata dalle stesse, il debito accumulato, la considerazione mostrata al momento dell’acquisto, il costo generale della vita e i costi sostenuti per soddisfare bisogni alimentari. Alcune di queste informazioni sono state calcolate in maniera percentuale, altre sotto forma di indice. I risultati finali si basano su un campione di 2036 consumatori, invitati a rispondere ad una serie di domande. Una volta raccolti tutti i vari parametri, questi sono stati convertiti in una scala standard con la base riportante la media.

Smart Shopper Scale: ecco come siamo messi

Con riguardo alla scala standard dello Smart Shopper Scale, l’Italia si posiziona al 17° posto con un punteggio finale di -150, peggio di noi hanno fatto solo Finlandia, Spagna e Regno Unito con -227. Sul podio si posizionano tre Stati appartenenti alla zona euro ossia Germania, Irlanda e Francia con uno strabiliante indice di 421, ben oltre la media nazionale. I cugini d’oltralpe sono i migliori in fatto di considerazione al momento dell’acquisto e un esempio quando si parla di risparmio familiare. Per quanto riguarda il Belpaese, il dato più incoraggiante è rappresentato dalla propensione alla spesa con un punteggio di 96 e dalla spesa media per ragioni alimentari che tocca quasi 3000 euro. Insomma, un popolo di spendaccioni, specie quando si tratta di placare la fame. Un’affermazione confermata dalle ricerche sul web che, alla voce risparmio, indicano volumi cinque volte inferiori rispetto a Francia e Gran Bretagna. La parola risparmio viene digitata dagli italiani quasi 5 milioni di volte ogni mese, il numero più basso in Europa. Ci piace mangiare bene al ristorante, viaggiare, acquistare nuovi capi d’abbigliamento, andare a concerti e manifestazioni, insomma ci godiamo la vita giorno per giorno, senza prestare troppa attenzione al denaro. 

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