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sabato, 27 Luglio 2024

Game Stop, esempio di trading che finisce in bolla finanziaria

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Moreno D'Angelo
Moreno D'Angelo
Laurea in Economia Internazionale e lunga esperienza avviata nel giornalismo economico. Giornalista dal 1991. Ha collaborato con L’Unità, Mondo Economico, Il Biellese, La Nuova Metropoli, La Nuova di Settimo e diversi periodici. Nel 2014 ha diretto La Nuova Notizia di Chivasso. Dal 2007 nella redazione di Nuova Società e dal 2017 collaboratore del mensile Start Hub Torino.

Come in un sogno sembrava davvero che i piccoli organizzati potessero prendersi gioco dei colossi della finanza. Il caso del trading legato alle azioni di GameStop ha invaso le cronache mondiali, andando ben oltre la mera stampa economica, per gli indubbi suoi sviluppi anche sul piano sociale. 

Si tratta delle sorprendenti quotazioni raggiunte in brevissimo tempo da una catena di negozi di videogame americana (Texas) presente in svariati Paesi. Un settore che dovrebbe essere in ginocchio a seguito della pandemia e del boom delle vendite on line e che invece ha sorpreso tutti con una crescita esponenziale delle sue valutazioni in borsa. Una corsa inarrestabile che ha portato le quotazioni a salire del 400% in una sola settimana e la corsa non si è arrestata fino a fine gennaio quando ha superato i 400 dollari. Un volo pazzesco e inatteso per titoli che il 15 gennaio erano quotati 19.90 dollari e che in poche ore avevano raddoppiato il loro valore. Un dato già ritenuto dagli analisti come un rimbalzo esagerato visto che si pensava come più che congrua una valutazione intorno ai 13 dollari. 

Ma ormai il trend degli acquisti era diventato irrefrenabile. Un processo messo in moto da un esercito organizzato di 2,7 milioni di piccoli investitori organizzati (Reddit), che sta mettendo i bastoni tra le ruote (fino a un certo punto..) ai big di Wall Street. 

La marea di piccoli operatori, agendo anche sul trading on line, ha invertito la rotta indicata da alcuni fondi (Hedge fund) acquistando al volo e a piene mani i titoli GameStop di cui si alcuni Hedge fund (fondi comuni speculativi d’investimento privato), si erano disfatti anche allo scoperto, (short selling), ovvero senza possederli.  Tra questi il fondo Melvin che ha perso ben 6.6 miliardi di dollari.

Game Stop: trading e bolla finanziaria

Dalle stelle alle stalle.  Dopo aver toccato anche quota 420 quello che era più che prevedibile si sta registrando in modo repentino. Nella giornata di lunedì 1 febbraio vi è stato un tracollo del 35% e il popolo dei reddit si è immediatamente rivolto, computer in mano, ad acquisti di argentofacendo volare le sue quotazione e quella dei titoli minerari annessi.   

Tornando al boom di GameStop vi sono state società, non i piccoli, ma nove giganti della finanza, che hanno ottenuto utili mostruosi anche di decine di miliardi di dollari mentre vi è, come detto, chi disfacendosi di questi titoli dai suoi assets ha subito perdite colossali.  In realtà gli analisti giudicavano più che congrua una valutazione di circa 13 euro mentre si sono toccate punte a quasi 430 dollari.

Ora tutti attendono quel repentino crollo insito in ogni bolla speculativa che prontamente si sta verificando. Non si sa con quali sviluppi ma è certo che la discesa sarà velocissima come la sua ascesa. Una bolla perché queste folli quotazioni non possono reggere, anche di fronte alle ipotesi di attuare una svolta che renda la catena di vendita videogame più orientata ad un mercato del futuro in crescita ma totalmente rinnovato. E’ questo il consiglio trasmesso nel novembre 2020 dall’imprenditore del settore e-commerce Ryan Cohen, entrato a gennaio tra gli amministratori di GameStop.  

Entro i prossimi cinque anni si stima una notevole crescita del mercato videoludico che passerà dai 162 miliardi del 2020 a quasi 300 miliardi. Un mercato che però muterà notevolmente tendendo ad essere meno fisico e orientato verso il digitale

In ogni caso quanto si è registrato nel caso GameStop avrà conseguenze di rilievo. Certo i colossi continueranno a fare grandi profitti ed alcuni a subire forti perdite, ma in ogni caso dovranno tener conto di una agguerrita miriade di piccoli investitori che organizzati possono, non solo dare filo da torcere a Wall Street, ma anche indirizzare destini e finanze di alcuni comparti. Ora tocca all’argento.

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