Professionisti e autonomi, attendono con trepidante attesa, il sussidio di 600 euro tanto promesso dal governo per “dare una mano” a coloro in possesso di partita Iva che hanno visto fermarsi le proprie attività causa Coronavirus; una mano tesa da parte dello Stato, da molti giudicata insufficiente se non addirittura una beffa verso chi, ha visto azzerate le proprie attività. Il bonus spetterebbe ai professionisti e autonomi iscritti alle casse private anche se il suo arrivo è tutt’altro che scontato. Vediamo il perche: il sussidio è una misura introdotta dal governo con il decreto “Cura Italia”. I professionisti iscritti agli Albi ed alle relative Casse di previdenza possono richiedere – esclusivamente tra il primo e il 30 aprile – l’erogazione degli ormai famosi 600 euro. Tale bonus non sarà conteggiato nel calcolo del reddito imponibile.
Con grande sorpresa e sgomento con la pubblicazione del “Decreto liquidità” in Gazzetta Ufficiale dell’8 aprile, i possibili benificiari hanno visto cambiare i requisiti per ottenere il denaro. Tutto è racchiuso nell’articolo 34 del nuovo decreto che precisa che l’indennità ora spetta agli iscritti “in via esclusiva” alle casse private e quindi “non titolari di trattamento pensionistico”. Sono stati bloccato allora i pagamenti per le domande presentate che dovranno verosimilmente essere rifatte in un secondo momento allontanando per gli iscritti alla previdenza pubblica l’elargizione dell’indennizzo.
Insomma per molti è una beffa; bisognerà probabilmente rifare la domanda per i già, a parere di molti, esigui 600 euro, sperando che nel frattempo non cambi nulla ulteriormente.