Che Torino abbia conosciuto tempi migliori, è surreale dirlo, lo sanno anche i cubetti di porfido che pavimentano piazza San Carlo. Che Torino sia in caduta libera sul piano della polemica politica l’abbiamo invece riscoperto nel primo pomeriggio di ieri, quando sono diventati pubblici i commenti della sindaca Chiara Appendino sulla relazione della Corte dei Conti del bilancio, anzi dovremmo dire dei bilanci della città, che lei amministra da un anno. Affermazioni rancorose contro la precedente amministrazione Fassino, evidentemente cercate con rabbia voluta per far dimenticare il diluvio di critiche e sarcasmi dei giorni precedenti, nei quali ha ottenuto l’Oscar delle citazioni per la miglior attrice non protagonista… a Palazzo civico. Frasi comunque sdoganate da qualunque principio di continuità storica, intesa come storia di una comunità che dieci anni fa ha investito sul più grande evento sportivo italiano degli ultimi cinquant’anni: le Olimpiadi invernali. Ma lei, studiando alla Bocconi di Milano, forse non se n’era accorta.
Al contrario, sulla scorta dei rilievi negativi – numerosi – formulati dalla Corte dei Conti ha subito individuato con un abile gioco di scaricabarile il responsabile dei problemi finanziari della sua amministrazione: manco a dirlo la giunta precedente. Questo sulla scorta di alcuni passaggi critici dei giudici amministrativi, neutrali e indipendenti per definizione. Una parte per il tutto, come si direbbe. Peccato che a metà della relazione, quegli stessi giudici neutrali e amministrativi osservino che “nel 2016 la spesa corrente risulta in diminuzione e la riscossione in competenza nel 2015 accettabile e in miglioramento: ciò dimostra l‘impegno dell’Amministrazione (passata) nel risanamento della situazione”. E che gli stessi giudici nelle conclusioni pongano il Comune di Torino nella condizione di “osservato speciale”, di colui che entro il 30 settembre dovrà predisporre un articolato piano di interventi da trasmettere alla Corte dei Conti. Insomma, Appendown rimandata a settembre. Chissà ora da chi andrà a prendere lezioni private?