Con la chiusura delle indagini sull’inchiesta Stamina avvenuta questa mattina, dai fascicoli della Procura emergono anche le dichiarazioni di una ventina di medici, poi pentiti del proprio operato, che con le loro visite autorizzarono e validarono il metodo di Vannoni.
«Non conosco nulla del metodo Stamina» e «non ho rilevato nessun miglioramento concreto nei pazienti» sono solo alcune delle frasi che è possibile leggere nei faldoni in riferimento a quello che viene definito a posteriori come «Un metodo sperimentale senza fondamento scientifico».
Il contributo dei “pentiti” è stato sì centrale per il lavoro della Procura ma, ancor prima, anche per Davide Vannoni e le sue cure presuntamente miracolose: le certificazioni rilasciate dai medici decretavano infatti la presenza di miglioramenti nei pazienti curati col metodo Stamina che si rivolgevano ai Tribunali del lavoro per poter ottenere la prosecuzione del trattamento. Sono almeno 180 i casi in cui tali certificazioni hanno indotto i giudici a convalidare il controverso metodo ora sotto accusa, aggirando così il blocco delle terapie imposto a marzo del 2012 con una serie di ordinanze.
Una strategia alla quale ha certamente contribuito anche la forte (ma fumosa) campagna mediatica che ha accompagnato per mesi la pubblicizzazione del metodo Stamima su web e tv, inducendo molte persone, tra le quali personale medico, ad appoggiare la terapia di Vannoni pur senza avere sufficienti elementi scientifici per valutare.
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