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sabato, 27 Luglio 2024

Università, inaugurato il nuovo anno accademico

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

L’innovazione che passa dalla ricerca. In occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Torino, il ministro per la Coesione Territoriale Carlo Triglia si è soffermato su questi temi caldi. Durante la presentazione, che si è svolta nel Campus Luigi Einaudi, il membro dell’esecutivo ha parlato, prima di tutto, dei recenti tagli alle risorse destinate alle università, commentando che «devono essere giudicati negativamente, ma proporre che vengano potenziate deve andare di pari passo con meccanismi di verifica che queste risorse siano utilizzate al meglio possibile». Poi ha aggiunto che «l’Italia è indietro da questo punto di vista. C’è un’inversione di tendenza del nuovo Governo che va rafforzata. L’innovazione è una strada obbligata e le università sono tra i centri fondamentali dell’innovazione. Perché se il Paese riesce a portare avanti politiche, interventi centrali, locali, regionali, a sostegno dell’innovazione, è da lì che passa la ripresa complessiva del Paese,  è da lì che può passare la ripresa dell’occupazione e la crescita di ruoli più qualificati dal punto di vista lavorativo». «Capisco i motivi di delusione dei giovani – ha aggiunto – è una cosa comprensibile, giustificata anche dalle difficoltà più generali del nostro Paese soprattutto a generare reddito».
Anche il rettore Gianmaria Ajani, nel suo intervento, ha parlato della necessità di investire nelle università e nella ricerca «tradizionalmente i ricercatori italiani riescono ad ottenere meno del 70% dei contributi (8 miliardi di euro) che il nostro Paese versa ai fondi europei. Per migliorare questo dato – ha proposto il rettore – a fronte dell’ormai imminente avvio del programma europeo Horizon 2020, occorre rafforzare i gruppi di ricerca proponenti».

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