Ha stravinto. Se lo aspettavano tutti, ma il risultato ha lasciato a bocca aperta. Con il 67,8% Matteo Renzi si conquista il primo posto sul podio diventando così il nuovo segretario del Partito Democratico.
Lo seguono a distanza Gianni Cuperlo con il suo 18% delle preferenze e Pippo Civati con il 14,3.
Insomma la vittoria del “giovane” fiorentino è netta. La gusta da subito, ha sbaragliato tutti. Ancor prima dei risultati definitivi inizia il suo discorso sulle note di “I don’t care”.
«Da oggi non c’è più alibi per il cambiamento – ha scandito dal palco del teatro Obihall di Firenze – Oggi il bipolarismo è salvo. Ai teorici dell’inciucio diciamo: vi è andata male. Dunque mano subito alle urgenze, a partire dalla legge elettorale, dal taglio dei costi della politica, dall’occupazione».
Parola d’ordine “rottamazione”: «Oggi non è la fine della sinistra, è la fine di un gruppo dirigente della sinistra – ha spiegato – Tocca a una nuova generazione guidare la macchina. Chi lo avrebbe mai detto tre anni fa che la Leopolda avrebbe avuto la maggioranza nel Pd».
«Se mi avete dato la fascia di capitano di questa squadra, non passerà giorno senza lottare su ogni pallone – ha assicurato, ma si può giocare con allegria e con entusiasmo». «Il meglio deve ancora venire».
A Roma intanto l’aria era decisamente più mesta. Un applauso ha accolto Cuperlo al Tempio di Adriano e il deputato del Pd ha ammesso la sconfitta. Ma ha difeso l’idea che lo ha guidato nella corsa per le primarie, l’idea di una sinistra cui non rinuncia. Da domani dunque si lavora insieme con «lealtà e sincerità», senza scissioni. «Il treno su cui siamo saliti è il nostro e da lì non scenderà nessuno – ha assicurato Cuperlo – in spirito unitario non rinunceremo alle nostre idee». Speranzoso lo è anche Civati: «Avremmo sperato in proporzioni diverse. Ma due ragazzi del ’75 si sono sfidati, uno di pochi anni di più si è confrontato con noi, dando un’immagine di un partito solido. Vorrei che il Pd trovasse un po’ di orgoglio, con questa classe dirigente possiamo vincere le elezioni e soprattutto possiamo farle».
E il suo programma di battaglia è serrato. Già martedì sera Renzi vedrà i gruppi parlamentari del Pd in vista della fiducia che Letta chiederà mercoledì alle Camere. A meno che non vi sia uno slittamento. Tra i suoi non manca chi avrebbe preferito tappe meno serrate. Sarebbe stato meglio, ha spiegato un parlamentare vicino al sindaco di Firenze, aspettare intanto l’assemblea nazionale che domenica ratificherà l’elezione a segretario.
«Tocca a noi, ad una nuova generazione. E questa volta il cambiamento sarà vero». «Il meglio deve ancora venire, da domani ci divertiamo insieme».
Ora la partita è tutta da giocare. E come si è definito lui, Renzi è il “capitano”.
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