È venuto il tempo, non più rinviabile, che una nuova classe dirigente non solo politica, ma diffusa in tutti i settori della società, prenda in mano il proprio destino.
Dopo l’incontro di ieri nella sede dei Moderati per discutere di elezioni e candidato in Regione Piemonte, sono ancora più convinto che non si possa più stare a guardare.
Alcune cose le abbiamo dette in passato e le stiamo ridicendo da giorni, preoccupati da un dibattito che assomiglia a quello già visto nel 2016 a Torino.
Non si può più stare a guardare un mondo, un sistema di potere vecchio, consumato, incapace di rispondere ai problemi nuovi, cercare di sopravvivere utilizzando strumentalmente la candidatura di Chiamparino, a cui va detto ancora una volta grazie per la sua disponibilità e per quanto fatto nelle esperienze di governo in questo territorio.
Da più parti, nel nostro paese, in Europa, oltreoceano ci arrivano segnali chiarissimi che chiedono rinnovamento anche nei volti e nei nomi, sguardo nuovo sulla contemporaneità, programmi chiari in grado di dare risposte alle grandi sofferenze della nostra società. Prendiamo coscienza, se davvero vogliamo essere classe dirigente, della forza della storia e diciamo dei “si” chiari a sviluppo sostenibile, lavoro, sicurezza sociale, diritti, innovazione tecnologica, istruzione per tutti e dei “no” intransigenti ai razzismi e ai populismi, al disprezzo delle istituzioni, alla propaganda permanente.
Dobbiamo, guardando alla nostra realtà, frenare lo scivolamento di benessere e qualità della vita dalla nostra regione verso il nuovo “triangolo” lombardo-veneto-emiliano.
Alla nuova classe dirigente e agli iscritti del PD dico: rompiamo gli indugi e vediamoci in tempi brevi, parliamoci e decidiamo insieme, a mente libera e senza diffidenze, quale possa essere la strada migliore da percorrere da qui in avanti.
Non tutto è già deciso, avremo bisogno delle migliori energie che arrivano dalla cosiddetta società civile (prima o poi dovremo smettere di chiamarla così), e di ogni cittadino che abbia voglia di essere con noi per realizzare il desiderio di cambiare le cose.
Scritto da Daniele Viotti, europarlamentare