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sabato, 27 Luglio 2024

Un futuro di pace senza petrolio?

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

di Moreno D’Angelo
Siamo alla svolta definitiva per un futuro senza il petrolio? Per l’economista americano Jeremy Rifkin, che ha partecipato al V-day di Grillo così come a diverse iniziative di Greenpeace, che è da sempre fautore delle energie alternative e di un nuovo modello di sviluppo ecologico, è in corso una rivoluzione che sta portando alla fine dell’era dominata dall’oro nero. La sparizione di petrolio non sarà immediata ma ineluttabile. Un dominio quello del petrolio che, parallelamente a tanti progressi, ha portato inquinamento, guerre, corruzione, colpi di stato e diversi disastri ambientali, insieme al mare di plastica che ormai costituisce pressoché un’immensa isola in mezzo al Pacifico. Per non parlare del dannoso fenomeno del riscaldamento globale. Qui in Italia, quando si discerne di petrolio è impossibile non fare riferimento all’attentato di cui fu vittima il petroliere dell’Eni Mattei, emblematico caso facente parte della trafila dei “misteri d’Italia”.
Per Rifkin e altri esperti il fenomeno dell’imporsi di energie rinnovabili comporterà una svolta molto positiva caratterizzata dal diffondersi di approcci energetici di autoproduzione, che assicureranno più efficienza e minori sprechi, con condivisione in rete da parte delle famiglie dell’energia. Questo processo viene visto in termini dirompenti se affiancato agli sviluppi legati all’ascesa inarrestabile di internet. Una rete di comunicazione che ormai abbraccia tutto il mondo, con uno sviluppo che alcuni studiosi hanno visto simile a quello neuronale del cervello. Insomma, come un grande cervello virtuale, autonomo e quasi immortale, che avvolge il pianeta.
Questa rivoluzione dovrebbe, per Rifkin, portare verso una società meno accentrata e gerarchizzata sia nel potere che nelle ricchezze, decisamente ecologica rispetto al mondo dominato dal petrolio ed i suoi derivati. Si tratta per l’economista di due processi (internet e rinnovabili) simili che comportano il passaggio da una logica verticale, nella quale pochi godono di molti benefici, a una orizzontale in cui vantaggi e conoscenza sono distribuiti tra molti. Insomma una svolta epocale. Una nuova era. Ma sarà proprio così? Siamo alla svolta di un’età dell’acquario democratico e civile, rispettoso dell’ambiente. Gli esempi tedeschi e del nord Europa sono un ottimo segnale. Mentre c è chi ha già fissato la fine dell’uso delle auto come mezzo privato, a cominciare da quelle a benzina.
Ha fatto notizia il fatto che la famiglia Rockefeller, il primo vero paperone americano, fondatore del potentissimo colosso petrolifero Standard Oil, tanto citato dai complottisti e sinonimo di ricchezza stratosferica, abbia comunicato di voler puntare sulle energie alternative, scaricando il barile e affermando che, nel futuro, si farà a meno del greggio. L’erede Valerie Rockefeller Wayne ha pure recentemente partecipato a una manifestazione ecologista a New York per dire basta al petrolio. Il processo di allontanamento dal petrolio, da parte del colosso americano, è stato avviato con un progressiva cessione delle partecipazioni azionarie dalle aziende che producono energia con il carbone e con le sabbie bituminose. Sistemi di produzione di energia altamente inquinanti. Il piano prevede insomma una vera e proprio rivoluzione nel gruppo tutta mirata sui progetti green.
La domanda è se questi processi siano solo frutto di uno spirito nobile o prevarrà una logica di controllo dei nuovi business che si stanno imponendo. Per chi investe a questi livelli è importante anticipi i processi ineluttabili in corso. Certo, senza le guerre e i colpi di stato legati al petrolio tutto sarebbe più bello, ma nel frattempo le guerre continuano per il controllo del coltan (minerale fondamentale per pc e smartphone), di terre fertili e della risorsa prima che si chiama acqua.

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