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sabato, 27 Luglio 2024

Tresso e la sfida per Torino: “La sinistra dovrebbe avere più coraggio”

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Moreno D'Angelo
Moreno D'Angelo
Laurea in Economia Internazionale e lunga esperienza avviata nel giornalismo economico. Giornalista dal 1991. Ha collaborato con L’Unità, Mondo Economico, Il Biellese, La Nuova Metropoli, La Nuova di Settimo e diversi periodici. Nel 2014 ha diretto La Nuova Notizia di Chivasso. Dal 2007 nella redazione di Nuova Società e dal 2017 collaboratore del mensile Start Hub Torino.

Lo hanno chiamato “signor nessuno” Francesco Tresso. Il consigliere civico torinese che ha sorpreso tutti per aver sfiorato la vittoria alle primarie del centrosinistra. Lo abbiamo incontrato nello spazio  coworking di via Belfiore che ospita “Torino Domani”, la Lista civica con cui parteciperà alle amministrative di ottobre. Le sue idee partono da un forte e innovativo legame con le nuove espressioni sociali del territorio. Le sue passioni: la montagna, la bicicletta e le mappe. E mappare, conoscere la complessa realtà oltre l’ordinario, con spirito positivo e innovativo, è un po la sintesi della sua sfida.

Partiamo dalle primarie…

Le primarie hanno dimostrato che non esiste una componente egemone e ci hanno restituito un quadro articolato che per me rappresenta un valore aggiunto che dovrebbe consentire di intercettare un elettorato più ampio. Un fatto importante alla vigilia di una sfida fondamentale per il futuro della città in cui bisogna recuperare il terreno perduto. Ci giocheremo tutto in cinque settimane ed è fondamentale che le componenti del centrosinistra, con le loro sensibilità, si ritrovino su alcuni chiari obiettivi condivisi per il governo della città.

Una sinistra che deve risalire la china. Come?

La politica dovrebbe ri-orientarsi all’ascolto e alla partecipazione ma purtroppo ci si è chiusi in “recinti”appannaggio dei soliti militanti, dei soliti noti. Questo mentre a mio parere è mancata una reale apertura e capacità di ascolto verso i tanti ambiti in cui si sviluppano azioni politiche fuori da un contesto istituzionale.Insomma si è rimasti troppo sui soliti territori e non sul territorio, non cogliendo i disagi emergenti, e senza reindirizzare gli obiettivi politici per rispondere ai mutamenti in atto nel sociale, in particolare per quei diversi ambiti in cui si sviluppano azioni politiche fuori da un contesto istituzionale. 

Ma come reagire nell’immediato e riprendere l’appeal con gli elettori?

Serve più coraggio e cose che scaldino il cuore dell’elettorato di centrosinistra. Non si tratta di uno slogan ma di concordare alcuni obiettivi prioritari condivisi per un progetto comune sul governo della città su cui Stefano deve lavorare. Questo senza inseguire la destra, perché è ovvio che tra la copia e l’originale la gente scelga l’originale

Il centrosinistra dovrebbe orientarsi verso uno schema di valori più vicino e attento a diverse realtà che la Torino di oggi sa esprimere. Una città solidale, quella delle prime cooperative e dei santi sociali.  Una realtà con una popolazione molto variegata, (con un quarto di over 65 e circa 100mila studenti), che ha saputo includere. Torino ha nelle sue corde uno schema di valori che appartengono più al centro sinistra.

Perché la lista civica?

Torino Domani è una lista civica ma soprattutto un progetto e un laboratorio che intende rinnovare la partecipazione alla politica nel centrosinistra sulla base di una nuova vicinanza  con le espressioni culturali, sociali ed economiche del territorio. Energie fondamentali per far ripartire la città attraverso un coinvolgimento che va ben oltre gli appelli elettorali.  La nostra è la sola lista autenticamente civica mentre i   moderati sono un partito a tutti gli effetti con rappresentanti eletti  in parlamento. Ma per noi il civismo non è un colluttorio.

Quali sono le priorità per la sfida su Torino?

Torino deve tornare ad essere un riferimento per il territorio ed il primo obiettivo è una città sostenibile. Per una Torino coraggiosamente attrattiva in quanto più green e vicina a quei requisiti, fissati a livello europeo, che prevedono l’azzeramento delle emissioni entro il 2050. Una realtà in grado di creare  opportunità di lavoro per i giovani che sono i più penalizzati in questa fase. 

Altro punto è la famiglia. Questo attivando incentivi che favoriscano le coppie e la nascita di bambini in una città che risulta tra le più anziane con 1/4 di over 65.   Io sono laico è il discorso riguarda ogni tipo di coppie con adozioni e affidi.

Altro fattore chiave è il rilancio economico, anch’esso sostenibile. Un passo fondamentale per rendere attrattivi gli investimenti su Torino, recuperare e aiutare le riconversioni del settore manifatturiero, favorendo strategie condivise e collaborazioni tra pmi ed enti ricerca, atenei e altre eccellenze tecnologiche, che nella nostra realtà non mancano, per migliorare competitività  e innovazione.   

Progetti ambizioni che dovrebbero svilupparsi attraverso strategie condivise con tutta l’area metropolitana. Anche per un rilancio del polo fieristico e del turismo.  Insomma La città deve avere eventi all’altezza ma deve saper coinvolgere ed esaltare tutte le attività artistiche, perché è ovvio che, anche se un bando è pubblico, un conto chiamarsi  Fondazione Sandretto un altro è l’essere  una piccola associazione  di Vanchiglia. 

Parliamo invece di periferie

Le Circoscrizioni dovrebbero aprirsi ai Comuni vicini. Zone come quelle di Corso Romania  invece di supermercati e attività scarto come discariche dovrebbero  avviare un asse progettuale  con le realtà limitrofi di Settimo Torinese e San Mauro.  Uno sviluppo relazionale che dovrebbe trovare  supporto sul piano di trasporti e comunicazioni, per recarsi ad esempio al teatro di Settimo e poter tornare con mezzi pubblici.

Per rivitalizzare dei quartieri come Barriera di Milano è importante attuare politiche in grado di agevolare l’insediamento di attività imprenditoriali, artigianali , botteghe e attività culturali,  dando linfa a  un patrimonio immobiliare spesso sfitto. Insomma sviluppando un presidio sociale e commerciale sul territorio.

E la questione sicurezza tanto decantata dalla destra?

“Se tuo figlio ti dice che ha paura del buio tu puoi rispondere che il buio non esiste oppure puoi dirgli “accendiamo la luce del corridoio e ne parliamo” E’ un approccio diverso. La sicurezza è un tema sentito specie nelle zone più disagiate. Occorre partire da un percorso di legalità con investimenti sociali e dialogo. Inoltre per questo delicato tema è fondamentale che in alcune aree si attuino delocalizzazioni di funzioni e servizi (com è stato per le anagrafi) e non solo non di scarti (carceri, discariche).

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