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sabato, 27 Luglio 2024

Torino vivibile: l’importanza di raccolta differenziata e risparmio energetico

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Riccardo Graziano
Riccardo Graziano
Figlio del boom demografico e dell'Italia del miracolo economico, vive con pessimismo non rassegnato l'attuale decadenza del Belpaese. Scopre tardivamente una vocazione latente per il giornalismo e inizia a scrivere su varie testate sia su carta stampata sia su web.

Mercoledì 28 novembre, presso la Scuola Holden, si è tenuto il secondo dei quattro incontri previsti dal ciclo “Torino 2030 – Sostenibile / Resiliente”. Tema della serata era “Torino Vivibile”, e a raccogliere proposte e suggestioni dei cittadini c’erano la sindaca Chiara Appendino, il vicesindaco Guido Montanari e gli assessori Maria Lapietra (Trasporti) e Alberto Unia (Ambiente), in un incontro mediato da Andrea Di Stefano, direttore di Valori.it, realtà editoriale che fa capo a Banca Etica.
Aprendo l’incontro, la sindaca Appendino ha sottolineato come il contesto mutevole e in rapida evoluzione in cui viviamo obblighi tutte le realtà, comprese le aree urbane, ad essere “resilienti”, declinando il termine in una accezione positiva di flessibilità, cioè con la capacità di comprendere le tendenze e adeguarsi di conseguenza. Dal canto suo Montanari, vicesindaco con delega all’Urbanistica, ha brevemente accennato alla necessità di revisione del Piano regolatore, pensato per una città in espansione verso 1.4 milioni di abitanti, mentre la realtà vede una popolazione urbana inferiore ai 900.000, a cui si devono però aggiungere 400.000 “utilizzatori” provenienti dall’area metropolitana e oltre. In questo scenario, è opportuno evitare ulteriore consumo di suolo, a parte – sottolinea Montanari – quello di derivazione pregressa. Inoltre, vista l’emergenza ambientale che ha convinto la stessa UE ad accelerare il suo piano di decarbonizzazione, è imperativo agire sugli edifici, responsabili – sempre secondo Montanari – del 70% dei consumi energetici. Da qui l’obbligo di installazione di pannelli solari sulle nuove costruzioni, ma anche la necessità di agire sul patrimonio edilizio esistente mediante interventi di riqualificazione energetica, con benefici ambientali e opportunità lavorative per aziende del territorio.
A questo punto si è dato spazio agli interventi dei due Atenei. A nome del Politecnico, Alberto Poggio ha dato notizia della costituzione di un “green team” incaricato di curare la sostenibilità interna dell’istituzione, una sorta di “città nella città” con 30.000 presenze, mentre Sergio Scamuzzi ha evidenziato l’importanza dell’Università sotto il profilo immobiliare, in quanto proprietaria di un centinaio di immobili e della vasta area delle Molinette, quindi ha sottolineato la necessità di riqualificare l’area intorno al Campus Einaudi.
L’assessore Unia ha ricordato l’emergenza climatica sottolineando che, anche se Torino è una città ricca di aree verdi, occorre implementare e modificare questa presenza per mitigare gli effetti del cambiamento di clima. L’obiettivo è di creare nuove aree versi per arrivare a 25 metri quadri di verde per abitante, piantando anche nuovi alberi (oltre ai 1600 già posizionati) che con le loro foglie fungono da climatizzatori garantendo ombra e frescura, oltre ad essere il miglior sistema di cattura dell’anidride carbonica, gas responsabile dell’effetto serra. Sempre Unia ha individuato alcuni elementi di criticità per la città, derivanti dai capricci del clima: le piene e le siccità fluviali e, in maniera più indiretta, gli incendi, come quelli che lo scorso autunno hanno devastato la Valsusa. Oltre ai rischi “naturali”, esistono poi le criticità create dall’uomo con l’inquinamento: necessaria dunque la riqualificazione di molti terreni, a partire dall’area fortemente compromessa di Basse di Stura. Ancora Unia ha anticipato che, proprio in un’ottica di riduzione dei rifiuti, la raccolta “porta a porta” verrà estesa a tutta la città entro il 2021, allo scopo di ottenere una maggiore raccolta differenziata (l’obiettivo è arrivare al 65%) e dunque un rifiuto più facilmente gestibile come materia prima seconda, in un’ottica di economia circolare. A tale scopo sono stati ideati anche due progetti specifici per il recupero delle eccedenze alimentari e dei farmaci in scadenza e la “App” Junker, in grado di riconoscere il tipo di rifiuto per capire come differenziarlo correttamente.
Parallelamente a queste tematiche, da registrare gli interventi di due stakeholders, i  “portatori di interesse” che intendono agire di concerto con l’amministrazione: Umberto Montano ha parlato del progetto, ormai in dirittura d’arrivo, di aprire al “PalaFuksas” di Porta Palazzo il “Mercato Centrale”, luogo di “cibo, convivialità e cultura” con attenzione per il contenimento dello spreco di cibo e per il verde urbano; Roberto Ricci ha invece accennato alla possibilità di bonificare i terreni inquinati con un procedimento biologico alternativo allo “sterramento” degli strati compromessi, grazie all’utilizzo di particolari acidi ricavabili dagli stessi processi che trasformano la frazione organica del rifiuto in compost.
Sempre in tema di rifiuti Pier Claudio Cavallari, consigliere di Pro Natura e membro della Consulta per l’Ambiente del Consiglio comunale, ha rimarcato la priorità di abbattere i rifiuti alla fonte, secondo l’assioma che “il rifiuto migliore è quello che non viene prodotto”, sottolineando la necessità di aumentare il numero di ecocentri a disposizione della cittadinanza, prevedendo di averne almeno uno per circoscrizione. Sempre a nome di Pro Natura è intervenuto Emilio Soave, ricordando come l’associazione ambientalista sia capofila di un progetto che interessa 35 Comuni per la tutela e valorizzazione della collina torinese, grazie a un’attività basata in gran parte sul volontariato, dal ripristino e manutenzione dei sentieri fino alla gestione di Cascina Bert, immobile in disuso a rischio privatizzazione, recuperato invece come bene comune e patrimonio pubblico. Un’attività complessa, di cui non si può lasciare il carico al solo volontariato, ma che necessita dell’intervento del Comune, ha sottolineato Soave, incassando l’assicurazione del Vicesindaco sul fatto che i sentieri collinari sono stati inseriti a pieno titolo nel nuovo Piano Regolatore.
L’assessora Lapietra ha rivendicato l’investimento di 400 milioni per la mobilità e un innovativo sistema di verifica degli spostamenti dei cittadini tramite i dati delle celle telefoniche, oltre al tentativo in corso di ottenere la gestione diretta del Servizio Ferroviario Metropolitano, asse portante della mobilità cittadina al pari delle due linee di metro, l’attuale 1 e la futura 2, affiancate da alcune “linee di forza” a elevata frequenza e ulteriori “linee di adduzione” destinate a una mobilità capillare che faccia capo alle linee principali. In arrivo anche ulteriori “semafori intelligenti” che diano priorità al trasporto pubblico, “zone 30”, ciclabili e, finalmente, gli auspicati parcheggi coperti per biciclette all’interno delle stazioni.
Parlando a nome di GTT, Giovanni Foti ha anticipato l’arrivo di nuovi veicoli elettrici nella flotta di pullman cittadini, auspicando di poter elettrificare l’intero parco circolante: un investimento iniziale rilevante, ma destinato a ripagarsi grazie a minori costi di utilizzo e manutenzione.
A conclusione dell’incontro, la sindaca Appendino ha rimarcato la necessità di affiancare a questi cambiamenti “fisici” anche un necessario cambio di passo culturale, auspicando una fattiva collaborazione con gli Atenei, le associazioni e gli altri portatori di interesse, rinnovando l’invito per il terzo appuntamento del ciclo al 12 dicembre, con focus sulla solidarietà, a cui seguirà il quarto e ultimo incontro, dedicato all’impresa, a gennaio.

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