L’hanno soprannominata la “bimba del miracolo”. È nata in quel mare di morte, in un ospedale da campo improvvisato in un aeroporto distrutto dal tifone che ha colpito le Filippine. Il suo primo vagito in un letto di legno compensato e tutto attorno rovine e macerie.
Lei è Bea Joy. Un nome di speranza e allo stesso in memoria di sua nonna, Beatriz, una delle tante vittime di questo disastro naturale, portata via da onde gigantesche che hanno spazzato via la loro casa a Tacloban, il capoluogo della provincia di Leyte, ingoiata dai flutti.
Diecimila i morti secondo le stime. Un dato che però deve essere confermato, ma che palesa la gravità e la drammaticità di quanto avvenuto. Il bilancio delle vittime del passaggio del tifone Haiyan è la peggiore catastrofe che si è abbattuta sul paese.
Intanto l’Unicef si sta prodigando affinché gli aiuti arrivino rapidamente. I dati sono sconcertanti: sarebbero oltre quattro milioni i bambini colpiti dal tifone.
«Vista la drammatica situazione, abbiamo deciso di aprire una campagna di raccolta fondi a favore dei bambini delle Filippine – ha detto il Presidente dell’Unicef Italia Giacomo Guerrera – rivolgiamo un appello a tutti: è possibile donare tramite il sito Unicef.it e i consueti canali».
«Stiamo facendo più in fretta possibile per procurarci aiuti essenziali per i bambini che stanno sopportando il peso di questa crisi – ha detto il rappresentante Unicef per le Filippine Tomoo Hozumi – Raggiungere le zone più colpite è molto difficile; l’accesso è limitato a causa dei danni provocati dal tifone alle infrastrutture e alle comunicazioni, ma stiamo lavorando giorno e notte per trovare modi per rendere disponibili più rapidamente gli aiuti per i bambini, non appena le condizioni lo consentiranno».
Ora la potenza distruttiva si è riversata sul Vietnam, ma qui ha perso di intensità. Le autorità locali hanno detto che non ci sono state vittime, mentre i media parlano di sei morti.
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