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sabato, 27 Luglio 2024

Telegram, chiuso il canale Basta Dittatura. “Istiga alla violenza”

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

Il canale di Telegram ‘Basta Dittatura’ è stato chiuso per “violazione dei termini di servizio”, come si legge da questa notte. La chat No Vax e No Green pass era seguita da oltre 40 mila di persone in tutta Italia, che la utilizzavano anche per autoconvocarsi alle manifestazioni.
Nelle scorse settimane, la Procura di Torino aveva emesso un decreto di sequestro dopo che erano stati pubblicati indirizzi e numeri di telefono di Palazzo Chigi, del del governatore del Piemonte, Alberto Cirio, e altri politici e di noti virologi. La stessa pm che indaga era finita nel mirino della chat.
La procura del capoluogo piemontese nelle scorse settimane aveva chiesto la “collaborazione volontaria” gli amministratori di Telegram, società che ha sede a Dubai, mentre i reati ipotizzati dai magistrati erano istigazione a delinquere e violazione della privacy dopo la divulgazione in ‘Basta dittatura’, dei numeri di telefono e indirizzi di politici, giornalisti e virologi.
C’erano state inoltre le minacce anche al ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Sempre questa notte è stata oscurata anche la pagina  “Basta Dittatura Chat“, popolata da oltre 7mila utenti.
I termini di servizio violati nella piattaforma fondata da Pavel Durov sarebbero proprio quelli relativi all’incitare alla violenza.

“Questo canale e la chat di gruppo hanno incitato alla violenza contro i medici che effettuano la vaccinazione.  Hanno pubblicato dati privati ​​di medici specifici e ne hanno chiesto l’esecuzione. Incitare alla violenza è contro i Termini di servizio di Telegram”. Così si legge nella chat di Telegram di Pavel Durov, fondatore della piattaforma, sotto le critiche di utenti italiani dopo la chiusura di ‘Basta Dittatura’.

“Abbiamo avvertito gli amministratori di questi canali prima di fermare la violazione, ma non hanno agito. Inoltre, è intervenuta anche la procura di Torino, città dove ho frequentato l’asilo e le elementari. Per quanto riguarda i flashmob, sono inutili”, si legge ancora.  Chi scrive aggiunge che “Su qualsiasi altra app mobile tali canali sarebbero stati rimossi settimane fa senza preavviso. A differenza della maggior parte delle altre piattaforme, Telegram consente agli utenti di esprimere ragionevoli dubbi e preoccupazioni in merito alla vaccinazione obbligatoria.  Ciò che non permetteremo mai, tuttavia, sono gli appelli pubblici alla violenza, che sono stati limitati su Telegram dal 2015”, conclude il post nella chat di Durov.


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