La Procura di Torino ha avviato nuove indagini su Davide Vannoni. Al centro dell’inchiesta è di nuovo il metodo Stamina che Vannoni avrebbe ripreso a somministrare in Georgia, dove non è un reato. Secondo gli inquirenti ad annunciare la ripresa della sua attività qualche mese fa era stato lo stesso Vannoni attraverso Facebook. «A volte abbandoni una battaglia per vincere una guerra. Insomma o cambi il paese o cambi paese. Il mondo, in fondo, fa meno schifo di quello che sembra a prima vista»: questo il post che lasciò lo scorso 8 giugno su una delle sue pagine Facebook. «Si potrebbe organizzare qualcosa per quelli che vengono in Georgia per le cure…?», scrive a inizio agosto un utente su Facebook italiano che aggiunge: «Un piccolo contributo da parte di tutti e si da una mano… almeno per sostenere le spese del viaggio e del soggiorno…». Durante il processo, in cui ha patteggiato 22 mesi con la condizionale, aveva assicurato di abbandonare il metodo Stamina, condizione indispensabile perché la Procura concedesse il consenso al patteggiamento. L’attività di Vannoni nel Paese dell’ex Urss venne documentata anche da un servizio televisivo su La7. Nel luglio scorso un’informativa dei Nas registrava, in effetti, la presenza di Vannoni in Georgia. La Procura dovrà accertare se Vannoni sia perseguibile dalla legge italiana, in base all’articolo 9 del codice penale sui delitti commessi dagli italiani all’estero, anche se nel Paese in questione non ci siano impedimenti.