di Andrea Doi
Sarebbero tanti, una quindicina, gli avvisi di garanzia in arrivo per i fatti di Piazza San Carlo, dove, la sera del 3 giugno, durante la finale di Champions League Real Madrid-Juventus, restarono ferite oltre 1500 persone. Dodici giorni dopo, Erika Pioletti, 38 anni, schiacciata dalla folle in panico quella sera, muore. Ad oggi per gli unici indagati per omicidio colposo e lesioni gravissime sono Maurizio Montagnese e Danilo Bessone, presidente e direttore di Turismo Torino, l’ente incaricata dal Comune di allestire Piazza San Carlo per l’evento. E poi la sindaca Chiara Appendino, denunciata da alcuni feriti di quella sera. Per lei, fino ad oggi, il reato è di lesioni più lievi.
Ma ora dalla Procura starebbere per arrivare una vera e propria pioggia di avvisi di garanzia da notificare a Palazzo di Città e Questura. E non solo ai dirigenti.
Per mesi e mesi i due pubblici ministeri titolari dell’inchiesta, Antonio Rinaudo e Vincenzo Pacileo, hanno sentito la testimonianza di centinaia di persone, ricostruendo anche i ruoli avuti dai protagonisti: dentro la bufera in arrivo ci finirebbero un po’ tutti. E quanto pare in concorso.
Accuse gravi che non risparmierebbero nessuno. Proprio nessuno.