La Pietra Pot è inarrestabile nel suo fervore rivoluzionario anti-auto. Sorella numero uno, come è indicata all’interno del Movimento sociale Cinquestelle per essersi liberamente ispirata al più noto Pol Pot, che amava farsi chiamare Fratello numero uno, ha deciso di trasformare Torino in un gigantesco campo di rieducazione alla viabilità.
Non paga di voler ricalcare sul tracciato della Metrò 2 le fermate di una nuova linea di bus per indottrinare i cittadini a non si sa bene cosa, magari l’idea che si puo fare a meno del trasporto underground, ora pare che si sia messa in testa di non bucare piazza Baldissera. Luogo ameno su cui i torinesi fanno esercizio nelle ore di traffico congestionato, cioè sempre, di pubblicizzare un noto liquore al carciofo. Seduti ad un tavolino tra macchine questuanti, i cittadini lo sorseggiano deliziati “contro il logorio della vita moderna”, mentre alle loro spalle l’assessore Sorella numero uno sorniona ammicca da un fumetto: “Se non usaste la macchina ve lo potreste anche evitare, l’amaro”.
Frase a doppio senso, pensata forse per demonizzare le quattro ruote, ideologia principe da tempo diffusa agli angoli delle strade con potenti altoparlanti piazzati dalla frazione più intransigente della base grillina: i terribili khmer stellati. Rivoluzionari tutti di un pezzo, la cui missione avrebbe detto Fantozzi con voce cupa, è una sola: offrire ai torinesi che sopravviveranno un ambiente perfetto, ma per pochi.