Lo studio che ha verificato in maniera inequivocabile l’efficacia della cannabis medica per la cura dei sintomi legati alla sclerosi multipla è tutto italiano: a illustrare i risultati di questa nuova ricerca in occasione del convegno ACTRIMS/ECTRIMS la Dott.ssa Letizia Leocani, che ha guidato il team dell’Istituto di Neurologia Sperimentale dell’Ospedale San Raffaele di Milano. Il meeting, interamente dedicato alla sclerosi multipla, si è svolto a Boston lo scorso settembre, riunendo ricercatori, medici ed esperti di tutto il mondo per discutere delle problematiche, delle nuove terapie e di tutti gli aspetti legati a questa patologia che colpisce 2,5-3 milioni di persone nel mondo.
La rigidità muscolare, soprattutto degli arti inferiori, è uno dei principali sintomi della malattia che si manifesta nel 75% dei pazienti. Questa condizione è fortemente invalidante: i malati riferiscono una situazione di estremo e persistente affaticamento, con difficoltà di movimento e dolori. La somministrazione di cannabinoidi si è dimostrata efficace nel contrastare questi sintomi, permettendo una riduzione della spasticità e un notevole rilassamento dei muscoli.
Lo studio condotto dal team del San Raffaele è stato effettuato su 43 pazienti attraverso la somministrazione di un placebo e del farmaco cannabinoide Sativex, il cui utilizzo è stato autorizzato in Italia per trattare gli spasmi e la rigidità muscolare. La differenza tra questa ricerca e i precedenti studi sta nell’oggettività dei risultati: i dati emersi, infatti, sono stati documentati in modo obiettivo attraverso una precisa scala di valutazione, con test MAS (Maximum Aerobic Speed), di dolore e spasticità, di camminata, fatica e stimolazione magnetica transcranica, effettuati prima e dopo la somministrazione dei farmaci. La riduzione della spasticità muscolare è stata nettamente superiore nei pazienti trattati con lo spray orale con estratto di cannabis.
Attualmente nel nostro Paese sono due i farmaci cannabinoidi autorizzati e disponibili nelle farmacie (Sativex e Betrocan), tuttavia i costi e le procedure burocratiche sono ancora difficoltosi per i pazienti, in quanto questi medicinali sono importati dall’estero.
Il Centro di Ricerca CRA-CIN di Rovigo sta però studiando le migliori varietà femminizzate e non della cannabis, in base ai differenti contenuti di THC, CBD, CBG, THCV e CBDV, al fine di valutare assieme allo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare la miglior materia prima per la produzione di marijuana italiana destinata a scopi terapeutici. Grazie al recente accordo tra Ministeri di Salute e Difesa, infatti, anche nel nostro Paese potranno essere prodotti e distribuiti farmaci cannabinoidi, quasi certamente a partire dal 2015.