di Andrea Doi
Seicentosessantasei milioni di euro: è questo il valore astronomico delle azioni di proprietà della Città di Torino della multyutility dell’energia Iren.
Un valore più che quadruplicato negli ultimi cinque anni che rappresenta un vero e proprio tesoretto che potrebbe essere utilizzato per risolvere i problemi di cassa e ristorare i tagli della amministrazione Appendino.
Nei giorni in cui la Corte dei Conti certifica la non esistenza di debiti fuori bilancio lasciati dalla precedente amministrazione (LEGGI ARTICOLO) il titolo di Iren raggiunge livelli record. Un’eredità tutt’altro che negativa frutto delle scelte delle amministrazioni di centro sinistra di Genova, Torino e Reggio Emilia, che a partire dal 2006 hanno scelto di unire le loro partecipate del settore energetico in un progetto industriale di larga scala.
Iren in soccorso della sindaca
Appendino ha già incassato 21 milioni di euro di valorizzazione azionaria il primo marzo 2017 portando a termine un’operazione messa in piedi dalla Giunta Fassino e resa possibile proprio dai nuovi vincoli sulle maggioranze pubbliche approvati nel precedente mandato. (LEGGI ARTICOLO)
A marzo 2017 il valore azionario di Iren non aveva ancora raggiunto la quotazione attuale e la sindaca si accontentò di cederle a 1,55 euro, non facendo un gran servizio all’Ente che amministra.
Queste risorse si sommano a quelle ottenute a metà aprile quando la giunta a cinque stelle, grazie al bilancio record di Iren, ha potuto incassare un dividendo di ben 18,2 milioni di euro. (LEGGI ARTICOLO)
La cessione di quote come scelta di risanamento
La Giunta Fassino ha ridotto l’indebitamento dell’Ente e verso le sue partecipate controllando la spesa da un lato e operando con cospicue cessioni di quote azionarie. Quote di Farmacie Comunali, Amiat e Sagat sono state utilizzate in passato sia per ridurre l’indebitamento che per migliorare i risultati di cassa.
Fino a questo momento, con l’eccezione dei 21 milioni di cui sopra, Appendino e l’assessore al Bilancio Sergio Rolando hanno sostenuto di voler privilegiare il potenziamento delle attività di riscossione affidate a Soris Spa (l’Equitalia torinese) alle strategie di cessione azionaria. Tuttavia, il buon senso, il record di valutazione azionaria di Iren e i buoni rapporti tra Paolo Giordana e Paolo Peveraro (i due lavorano insieme nel 2006) potrebbero suggerire un cambio di strategia. A meno che la strada verso il pre-dissesto del Comune non sia una scelta di carattere politico e non un’esigenza finanziaria.
Foto in evidenza da Gabo su Torino