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sabato, 27 Luglio 2024

Rivolta della Polizia Penitenziaria contro l’ex di Prima Linea che vuole arredare l’asilo del carcere

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

di Bernardo Basilici Menini

Si sono ribellate le agenti di Polizia Penitenziaria dopo che Liliana Tosi, ex terrorista di Prima Linea, si è presentata in visita al carcere delle Vallette, dove è stata detenuta negli anni ’80/’90, per un sopralluogo. La Tosi ha visitato la sezione femminile, l’asilo nido del penitenziario e l’area in cui dovrebbe sorgere, secondo un progetto realizzato in collaborazione con l’associazione Eta Beta, che da tempo lavora nelle carceri, un’area verde per i colloqui tra detenuti e familiari.

Qui, secondo il progetto Spazi Violenti, verrebbero realizzati dei pannelli dedicati alle vittime dell’incendio scoppiato nel carcere nel 1989, dove morirono nove detenute e due agenti. Le guardie penitenziarie hanno riconosciuto l’ex terrorista  e, come si legge in un comunicato diffuso da l’OSAPP, l’Organizzazione Sindacale Autonoma di Polizia Penitenziaria, «le più anziane si sono ricordate gli epiteti e le minacce rivolte contro di loro».
Liliana Tosi, esponente di spicco del gruppo armato che assassinò Giuseppe Lo Russo, agente penitenziario a cui è dedicato proprio il carcere delle Vallette,  è stata contestata rumorosamente. «I tempi cambiano e se lo scopo della pena è reinserire produttivamente nella società civile chi ha commesso un reato, ciò deve valere anche per i terroristi -spiega il segretario generale dell’OSAPP Leo Beneduci- ma forse, e non si tratta di incapacità di perdono, un limite prima o poi occorre che qualcuno lo metta».

«Rispetto il dissenso e so che quelle del terrorismo sono pagine difficile -commenta il direttore del carcere Domenico Minervini- da tempo lo Stato ha avviato percorsi di riappacificazione e superamento e la Tosi, come molti altri, ha completato il suo percorso di reintegro nella società».

«Io e le mie colleghe siamo ancora sotto choc. Ci sentiamo violentate – dice un’agente di polizia penitenziaria in servizio nella sezione femminile del carcere di Torino, visitata nei giorni scorsi dall’ex Prima Linea Liviana Tosi, oggi in quelle celle per un progetto sociale ma in passato detenuta per fatti di terrorismo».
«Lei e le altre – racconta all’Ansa l’agente penitenziario – non perdevano occasione per sputarci addosso e per insultarci. Io sono stata apostrofata più volte “cagna di Stato”. Non posso dimenticarlo. Quello che è accaduto qui la scorsa settimana non è soltanto inopportuno. È scandaloso. Abbiamo chiesto all’educatore se si fosse reso conto di chi ci avesse portato. Ormai qui dentro entra chiunque, ma un’ex terrorista è davvero troppo. Questa gente ti terrorizzava anche solo a guardarla in faccia. Noi non l’abbiamo dimenticata, come hanno potuto farlo gli altri?…»

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