Prima campanella dell’anno per le scuole piemontesi: il ritorno sui banchi ha coinvolto 600mila ragazzi tra scuole pubbliche e paritarie di ogni livello.
Alcuni di loro all’ingresso in aula hanno trovato dei visitatori a sorpresa oltre a vecchi e nuovi insegnanti e compagni di classe. È il caso dei bambini della scuola d’infanzia dell’Istituto Comprensivo Pacchiotti, in via Santa Chiara, dove questa mattina il sindaco Piero Fassino ha inaugurato l’anno scolastico e visitato i nuovi locali dell’istituto, da poco ristrutturato. Assieme a lui anche Mariagrazia Pellegrino, assessore alle politiche educative in Sala Rossa.
Mentre si soffermava a giocare con i bambini, il sindaco ha dichiarato che investire sempre più nella formazione è «un dovere per far crescere il Paese nel migliore dei modi». «Il mio augurio – ha aggiunto – è che i bambini trovino nella scuola un’occasione per crescere felici e sereni» perché «così si costruisce una società rispettosa di tutti».
Sulle scuole piemontesi, così come su quelle del resto d’Italia, pesano però gli effetti della crisi oltre che delle tante questioni lasciate irrisolte, quando non aggravate, dalle riforme susseguitesi negli ultimi anni. Se il caro-libri e i costi di iscrizione crescenti rendono ogni anno meno sereno il momento della riapertura delle scuole per moltissime famiglie, dal lato degli insegnanti e del personale i problemi sono altri: contratti precari, graduatorie infinite, bidelli mancanti e cattedre vacanti.
Su alcune di queste questioni ha promesso di mettere mano Renzi con il suo programma di riforma della formazione, per ora solo annunciato. Ma anche per il premier l’anno scolastico non si è aperto sotto il migliore dei segni: durante la sua visita di questa mattina in un istituto di Palermo, ha trovato un gruppo di studenti a contestarlo e a promettere battaglia autunnale a “La buona scuola” del governo.