Suona la campanella per i ragazzi di quindici regioni italiane, che seguono così i compagni di Bolzano, Trento, Molise, Abruzzo e Valle d’Aosta tornati tra i banchi già dalla settimana scorsa. A chiudere il cerchio, la prossima settimana, gli studenti di Sicilia e Puglia.
Rientro particolare perché, come richiesto dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, saranno i ministri in persona a dare il benvenuto a scuola agli studenti, tornando per lo più nelle scuole da loro stessi frequentate. Il ministro Maria Elena Boschi sarà a Laterina, suo paese d’origine, dai bambini della scuola Mameli; il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini rimarrà invece a Roma e visiterà l’istituto tecnico agrario “Emilio Sereni”; il premier sarà in Sicilia, a Palermo, nella scuola intitolata a don Pino Puglisi, il sacerdote ucciso da Cosa Nostra nel 1993.
Ad attendere Renzi dalle prime ore della mattina, un centinaio di manifestanti tra edili e precari che all’urlo di “Lavoro, lavoro” protestano a pochi metri dall’ingresso dell’istituto. Sul posto presenti anche le forze dell’ordine in tenuta antisommossa.
Il rientro a scuola dei ragazzi italiani coincide con l’avvio, sul sito del Governo “La buona scuola”, delle consultazioni a proposito delle linee guida sulla scuola varate dal Governo la settimana scorso. A ricordarlo lo stesso ministro dell’Istruzione che inizia la mattina twittando: “Cari ragazzi buon primo giorno. Oggi comincia l’anno de #labuonascuola”, e invitando gli italiani ad esprimersi in merito.
Ma gli studenti si fanno già sentire. Questa mattina infatti alcuni ragazzi appartenenti alla Rete studenti medi – associazione studentesca formatasi nel 2008 e rivolta agli studenti delle scuole secondarie di secondo livello – hanno appeso uno striscione dimostrativo davanti al Miur, Ministero dell’istruzione dell’università e della ricerca.
“La scuola siamo noi”, recitava lo striscione. «La scuola siamo noi – spiega il portavoce nazionale dell’associazione, Alberto Irone – vogliamo una scuola che abbia al centro i bisogni degli studenti, che sia un luogo inclusivo e non esclusivo, che sia una scuola veramente pubblica ed accessibile a tutti. Nel piano scuola non ci sono tutti questi aspetti, anzi alcuni ci preoccupano molto».
L’intenzione della Rete studenti medi, continua Irone, è quella di portare al centro del dibattito in corso sulla scuola temi come la riforma dei cicli, la definizione di una legge nazionale per il diritto allo studio e la possibilità di riceve un orientamento “in entrata e in uscita”. E, concludendo, rilancia alle iniziative del Governo: «Saremo davanti alle scuole di tutta Italia, oggi, prima dell’inizio delle lezioni per far scrivere agli studenti le loro idee su cosa e come vogliono studiare in classe, su come vogliono essere valutati e che cosa vogliono fare all’interno delle loro scuole aperte il pomeriggio per poi spedirle a Matteo Renzi e al Stefania Giannini».