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sabato, 27 Luglio 2024

Renzi, lo show del bonus

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Il lunedì apre sempre le danze dei talk show e dei chiacchiericci politici, nonostante l’Italia sia in uno stato permanente di campagna elettorale. Probabilmente le sentiremo le voci concitate e stridule della truppa renziana, che con il solito sorrisino ironico e arrogante replicheranno il brand della rottamazione, avendo però modo di aggiungere un nuovo refrain: la televisione ha paura di Renzi! Il premier ha prima dovuto compiere un passo indietro sulla partecipazione alla Partita del cuore, ora gli impediscono anche di portare il suo show da Maria De Filippi… per un affabulatore mediatico come il Matteo di Firenze non può che essere un affronto, connesso ai pruriti umorali di Berlusconi e alle ire web di Grillo, inchiodato dalla ferrea legislazione sulla parcondicio. Già l’8 maggio 2013 il Renzi in versione Fonzie conquistò il palco di Amici sulla prima serata di Canale 5, oggi voleva ripetersi nei panni di presidente del Consiglio per aver modo di riscuotere una bella palata di applausi da quei giovani primi destinatari del suo chimerico Jobs act.
Maggio elettorale
Manca meno di un mese all’election day per le europee e per le nostrane amministrative, la partitocrazia scalda i motori per tentare di rigenerarsi dalla profonda crisi della rappresentanza e quindi del sistema istituzionale del nostro tempo. Un compito difficile, una crisi strutturale non bonificabile come se la palude italiana fosse stata alimentata da altri. Renzi vuole insediarsi in questa faglia dello stallo per vendersi come eroe della patria e come paladino della rottamazione. Il neonato sortilegio di Renzi è il decreto su misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale, meglio conosciuto come il Dl Irpef, il provvedimento del bonus insomma. La favoletta dei soldini regalati dal premier è stata ufficializzata giovedì 24 aprile, ora inizierà lo show della propaganda per affascinare elettori e spettatori in direzione della prossima tornata elettorale.
Il risiko del bonus
La distribuzione dei presunti 80 euro è un risiko invischiato nelle tabelle, nei contratti e nelle fasce dei redditi nazionali. Molto sembra condizionato dai vari ed eventuali calcoli del lavoro dipendente. Il Dl Irpef non contiene solamente la disposizione del bonus, sono presenti svariate delibere riguardanti imprese, banche, ministeri e pubblica amministrazione, ma l’attenzione non può che essere indirizzata innanzitutto sulla réclame del bonus, visto che è la misura che interessa in primis le famiglie. Gli 80 euro sono rivolti alle fasce di reddito da lavoro dipendente da 8mila a 26mila euro, ma il contributo mensile non sarà uguale per tutti perché andrà scalando (più alto per i redditi più bassi, più basso per il contrario). Il bonus è rapportato al periodo di lavoro nell’anno 2014, prevedendo un articolato calcolo di aggiunte e sottrazioni in busta paga per i dipendenti. Ovviamente la favoletta dei bonus è prevista solamente per l’anno in corso, servendo innanzitutto come incentivo elettorale per la prima sfida con il voto di Renzi, essendo stato proclamato nelle vie dei palazzi presidenziali e non attraverso i tradizionali riti della democrazia liberale. Ma sono già iniziate le promesse di consolidamento strutturale del provvedimento con la prossima legge di stabilità…
Ma sono 80?
Pagine e pagine sarebbero da scrivere su chi dal bonus è escluso, estromesso non perché facoltoso ma perché non avente un reddito sufficiente per accedere ai regali renziani. Li chiamano incapienti. Si dice che le prossime mosse governative includeranno anche quel mondo rimasto ai margini, ma è anche questa è una promessa che sa di campagna elettorale. Dei difficili calcoli da eseguire sui redditi dagli 8mila ai 26mila euro l’abbiamo già evidenziato sopra, ma un approfondimento significativo, per quanto poco considerato dai media, sull’andazzo del bonus l’ha eseguito Il Sole 24 Ore, ineluttabilmente attento al fruscio del denaro in ogni sua forma. Il contributo mensile per il 2014 in realtà sarà di 53,33 euro, mica di 80… Il decreto non indica una mensilità ma una somma annua, cioè 640 euro, riferito all’intero periodo d’imposta. Chi lavorerà da gennaio a dicembre riceverà 53,33 euro (640 diviso 12), nonostante sui cedolini paga gli 80 euro risulteranno, ma il riconoscimento inizierà solamente da maggio… Per quanto il balletto non possa essere ridotto a quanti spiccioli in più saranno concessi o meno, il trend della novella rottamatrice deve essere riconosciuto nel suo essere innanzitutto un espediente mediatico, prestando attenzione politica alla sceneggiata fiorentina che si sta costituendo come apparato di potere, checché ne dicano i pensatori del renzismo.
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