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venerdì, 6 Dicembre 2024

Renzi da Torino: "Basta con le polemiche interne. Diamoci una regolata”

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Susanna De Palma
Susanna De Palma
Laureata in Scienze Politiche. Giornalista professionista dal 2009. Fin dagli anni del liceo collabora con alcuni giornali locali torinesi, come la Voce del Popolo e Il Nostro Tempo. Dal 2005, pur mantenendo alcune collaborazioni, passa agli Uffici Stampa:Olimpiadi 2006, Giunta regionale, Ostensione della Sindone. Attualmente giornalista presso l'ufficio stampa del Consiglio regionale Piemonte.

Ci sono tante persone in corso Grosseto 183, dove è ospitata la Festa de L’Unità di Torino, che già sta segnando ottimi risultati in quanto presenze ai dibatti quotidiani. Ma stavolta il sold out è visibile ad occhio nudo, senza bisogno di scatti panoramici.
Tanti, dicevamo per ascoltare Matteo Renzi. Per l’ex premier non ci saranno i nomi illustri come quelli di Sergio Chiamparino o Piero Fassino, ma i militanti e i simpatizzanti del Partito Democratico, quelli che ancora credono nei Dem o che si stanno riavvicinando dopo la sconfitta del 4 marzo.
All’arrivo Renzi si ferma a parlare con i lavoratori Comitali, ancora in attesa di essere convocati dal Mise:«Allucinante che il ministro non vi abbia ancora convocato. Mi farò portavoce con la senatrice Bellanova», assicura.
Poi il palco. È con un appello a reagire e all’unità che incomincia il comizio in stile one man show di Renzi dopo i consueti onori di casa del segretario metropolitano Mimmo Carretta che ha sottolineato come il Pd non abbia «capitribù, ma un popolo di tifosi che non ha paura del confronto e di dire ciò che pensa».
«Dopo una sconfitta – esordisce Renzi – è giusto fare l’analisi del voto. Ho fatto 53 minuti di autocritica sulla mia pagina Facebook e dopo mi sono dimesso. Ma dopo sei mesi di terapia di gruppo e autoflagellazione possiamo iniziare a fare opposizione? Per questo mi è venuta voglia ricominciare a girare tra la gente».
«Oggi – continua – ero qui ad omaggiare un italiano che ha fatto molto per Torino e per il nostro Paese. Sergio Marchionne, un uomo che ha permesso di tenere aperte fabbriche che avrebbero chiuso. Oggi meritava una presenza del governo che invece non c’è stata».
Poi parla dei Dem, senza troppi giri di parole: «Basta con le polemiche interne. Diamoci una regolata – l’appello di Renzi – Ve lo dico io che dopo che ho vinto le primarie ho ricevuto continui attacchi dal fuoco amico e a forza di fare la guerra al Matteo sbagliato ora abbiamo Matteo Salvini al governo».
E soffermandosi sui titoli di giornali e attualità Renzi parla del contesto in cui si muove il Pd: «Un periodo in cui ci danno la colpa di tutto. Noi non abbiano 49 mila di euro in Lussemburgo. Ci autofinanziano anche con feste come questa. Pensate se fossimo stati noi a far sparire 49 milioni di euro. Ancora oggi i giornali fanno titoli sul mio caratteraccio, sui calzini sbagliati e dei soldi della lega svaniti solo qualche trafiletto».
«Siamo in una fase in cui il ministro dell’interno può dire non mi preoccupo delle sentenze perché i sondaggi sono favorevoli a noi. E allora mi chiedo, ma i costituzionalisti che fine hanno fatto? Sono ancora in ferie?».
Sulla questione migranti il Renzi pensiero dice che se c’è un calo degli sbarchi lo si deve a chi c’era prima del leader leghista: «Salvini è preoccupante per il modello culturale che interpreta. I dati di abbassamento degli sbarchi si devono a Minniti e non a Salvini che vanta come efficace modello il sequestro di persona. Abbiano sequestrato una nostra nave. Nel mese di maggio Etiopia e Eritrea hanno firmato accordo di pace, ma le ragazze sul barcone sono partite due anni fa, quando i due paesi erano ancora in guerra».
«Se per avere punti nei sondaggi devo diventare disumano o disinteressarmi di un bambino che muore nel Mediterraneo io sono la persona sbagliata. Meglio perdere consenso che la faccia. Non sono per l’essere molle, bisogna dire che chi delinque deve pagare ma da chiunque lo compia il crimine a prescindere dalla pelle. Vivere di paure vuol dire perdere una battaglia culturale».
Evidenzia Renzi: «Caro popolo del Pd noi non ci vergogniamo di avere dei valori. Bisogna fare accordi con i Paesi africani portando investimenti e cooperazione internazionale. Sono stato il primo a scendere sotto il Sahara. E il nostro ministro degli Interni dove ha passato l’estate? Se vogliamo essere seri l’Europa non va utilizzata per giocare sull’odio. L”Europa deve farsi sentire in Africa. L’europa non è quella che si vuole affidare a Orban. Salvini propone di togliere soldi all’Europa se accoglie, noi volevamo toglierli a chi non accoglie. Non accettiamo di essere vittime della superficialità e della demagogia. L’europa è un messaggio di solidarietà».
La Lega è il pericolo per l’ex premier: «La logica dei social è di negare evidenza e smentire il vero. Certo che bisogna fare di più, ma se smettiamo di credere alla realtà decretiamo il successo di Salvini che protegge tutti i confini tranne quello tra il falso e la realtà. Non è solo un problema di comunicazione, ma anche di atteggiamento. Dobbiamo tirare fuori il coraggio, come quello che hanno tirato fuori i deputati Pd questa notte sui vaccini, presidiando l’aula. Facendo cosi stanno portando nel popolo del Pd a dire: “quella notte in cui la lega e i Cinque Stelle hanno preso a schiaffi la scienza noi eravamo in aula a dire no”».
Un mese dopo la tragedia di Genova. Renzi chiama Danilo Toninelli “Toninulla”, perché, secondo lui, poco è stato fatto dopo il crollo del ponte Morandi.
«Basta con le discussioni. Siamo ad un mese da Genova. Il ministro “Toninulla”, ops Toninelli, il 14 agosto si collega in diretta facebook senza bisogno di capire ad un ora dalla caduta del ponte di chi fossero le responsabilità dicendo che è colpa di chi ha firmato le concessioni autostrade o dei poteri forti. Peccato che fosse proprio Salvini ad aver votato a favore delle concessioni! È colpa dei partiti che hanno preso soldi da autostrade? Ricordo che era la Lega ad averli presi, 150mila euro. Per quale motivo anziché approfondire le responsabilità si alimenta la caccia all’uomo? Bisogna risalire al nome e cognome altrimenti imputare colpa ai poteri forti vuol dire non individuare nessuno, e non far pagare nessuno – è convinto Renzi – Basta buonismo, basta bugie. Siamo in presenza di una realtà politica in cui i Cinque Stelle avrebbero dovuto dire si alla Gronda come chiedeva il Pd, un’infrastruttura che avrebbe abbassato il traffico sul ponte di Genova. È un governo di cialtroni!»
Torino e capitolo Chiara Appendino: Renzi accusa la sindaca di aver tolto i soldi che il suo governo aveva stanziato, ma allo stesso tempo la invita a «combattere con noi e rimetti al centro i cittadini facendoti restitiuire i 40 milioni dal governo per le periferie». «Appendino se ci sei batti un colpo».
Sul lavoro l’ex premier si domanda che fine abbia fatto il reddito di cittadinanza, la flat tax, la Fornero, le accise, mentre viene utilizzata l’immigrazione come arma di distrazione di massa.
«L’unico che se ne accorto è Di Maio» Poi sostiene: «Con Il decreto dignità verranno licenziate 80 mila persone. Il messaggio che si può avere tutto e subito ucciderà le generazioni future, bisogna far fatica, non c’è il reddito di cittadinanza, ma il lavoro. Paghiamo di più chi lavora la domenica questa sarebbe stata un’alternativa non chiudiamo I negozi la domenica. Di Maio mette bastoni tra le ruote a quelli che vogliono creare posti di lavoro tra poco renderà obbligatoria la “siesta”»
Un fiume in piena che in conclusione fa ritorno alla sorgente: «Basta litigare su congresso, correnti. Ho vinto due volte le primarie, con il fuoco amico addosso. Il punto è: può il Pd smetterla di parlarsi addosso e avere la forza di dire quali sono le cose che consideriamo fondamentali?Dobbiamo combattere tutti per la civiltà di questo Paese e ci salveremo se andremo contro l’egoismo e per un Europa casa di pace. Non possiamo dire che va tutto male. C’è bisogno che ognuno di noi si metta in gioco. Questo è un Paese con grandi potenzialità ma è in atto una guerra politica che dobbiamo avere il coraggio di affrontare. Gli uomini della terza Repubblica non hanno spessore morale e sono ancora più abbarbicati alle poltrone. Ritroviamo l’orgoglio e dimostriamo di essere capaci di offrire un’alternativa a questi scappati di casa. Basta autoanalisi e mettiamoci a lavorare. Viva il Pd», conclude Renzi.


Foto di Antonio Briglio e Susanna De Palma

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