Non siamo ai titoli di coda, anche se per qualcuno mancherebbe poco. L’amore tra i No Tav e il Movimento Cinque Stelle è oggi un po’ litigarello, anche se non possono essere messi nel cassetto tutti gli anni di lotta in Val di Susa che i pentastellati hanno portato avanti. Diciamo allora che più che rottura quella che si sta consumando in queste ore è una tirata d’orecchie che il movimento di lotta popolare più longevo della storia d’Italia fa ai fratelli grillini.
Come location per la “sgridata” pubblica è la festa dei Cinque Stelle a Settimo Torinese. Sul palco sale Alberto Perino, leader dei No Tav che spesso e volentieri ha invitato a votare per il partito di Luigi Di Maio. «Il 5 settembre abbiamo mandato una lettera al presidente del Consiglio Conte e al ministro Toninelli e dopo nove giorni non ci hanno degnati neanche di mandarci a quel Paese. Se pensano che li abbiamo mandati lì per snobbarci, e non rispondere, hanno sbagliato indirizzo», dice Perino, il quale definisce il comportamento del governo “grave maleducazione”. «Sono molto incazzato e non solo per quello che fa e non fa il governo, sono incazzato per la maleducazione dei nostri ministri in Parlamento».
Poi avverte i Cinque Stelle che i No Tav potrebbero non votarli più: «Ci sono altre elezioni in vista – afferma – Finora per il Movimento 5 Stelle ci ho messo la faccia, ma continuando su questa strada non ce la metterò più perché questo non era il patto siglato anni fa quando quelli che prima erano No Tav hanno deciso di impegnarsi per i Cinque Stelle».
Ma Francesca Frediani, consigliera regionale grillina in Piemonte interviene e assicura: «Posso dirvi è che se non si ferma il Tav non mi vedrete più su un palco come questo. Ci stiamo impegnando, noi e i nostri parlamentari. Il governo sta lavorando. L’idea del fiato sul collo dei portavoce è parte fondante del Movimento Cinque Stelle».
E a giorni arriverà la risposta di Toninelli.