Archiviata la posizione Mercedes Bresso nell’ambito dell’indagine su rimborsopoli. All’ex presidente della Regione Piemonte era stata contestata l’accusa di finanziamento illecito ai partiti riguardo foto e video che erano stati commissionati in campagna elettorale (per un importo complessivo di circa 9 mila euro) e che vennero pagati solo successivamente alle elezioni non dal comitato elettorale bensì con i soldi dei rimborsi al Gruppo ”Uniti per Bresso”.
La difesa di Bresso aveva sostenuto che la spesa era giustificata dal fatto che i suddetti video erano stati utilizzati per il sito web del gruppo ed era per questo motivo che erano stati caricati nelle spese rimborsabili da “Uniti per Bresso”. I magistrati hanno dato loro ragione: «Non si ritiene di poter raggiungere la prova della mancanza di un interesse in capo al Gruppo dell’acquisto di tale materiale, attesi che lo stesso non consta di meri spot elettorali, ma illustra, senza specifici riferimenti alla scadenza elettorale, le prese di posizione di Mercedes Bresso su diversi versanti dell’attualità politica» è la motivazione che hanno dato i pm torinesi.
«Alcuni di questi video – proseguono i magistrati – sono ancora accessibili dal sito del consigliere e questo ne conferma l’effettivo utilizzo da parte del Gruppo».
«Sono contenta di essere riuscita a chiarire la mia posizione» commenta Mercedes Bresso. «Nel secondo interrogatorio con i pm – spiega Bresso – ho chiarito nei minimi particolari il mio operato, dimostrando la correttezza del mio comportamento. Stiamo vivendo la pagina più brutta per l’istituzione regionale – prosegue – una Regione umiliata da un presidente eletto illecitamente e ora rinviato a giudizio per spese personali a carico della collettività. Mi domando – conclude l’ex presidente – cos’altro deve succedere per costringere Cota a staccarsi dalla poltrona».
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