Sopite da qualche tempo, tornano a farsi sentire le voci di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio per dire la loro sulla corsa al Colle. Lo fanno con una lettera aperta indirizzata al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, pubblicata sul sito del Movimento e dal titolo evocativo: “Fuori i nomi”.
In sintesi la richiesta dei due leader del Movimento 5 stelle è quella di ottenere da Renzi la sua rosa di candidati al Quirinale di modo da poterla sottoporre ai propri iscritti tramite una apposita votazione sul web.
Una scelta che sembra discostarsi da quella effettuata per le elezioni presidenziali del 2013, quando il Movimento invitò i suoi iscritti a proporre i propri candidati per poi sottoporli a votazione (sempre in rete).
«I nomi che avrebbe fatto il M5S sarebbero stati tutti scartati come lo furono nel 2013 – spiegano nella loro lettera Grillo e Casaleggio – Per questo chiediamo a Renzie prima che inizino le votazioni la rosa di nomi che si appresta a presentare, come ha ribadito più volte, in qualità di presidente del partito di maggioranza, per proporla ai nostri iscritti in rete e farla votare. Toc, toc, Renzie batti un colpo di democrazia».
Non più un sondaggio tra gli iscritti, dunque, ma una consultazione sui nomi della maggioranza. Una strategia che, secondo quanto scritto nella lettera pubblicata sul sito grillino, sembra prendere le mosse da una amara constatazione: la mancata volontà di dialogo delle forze governative con l’opposizione.
«Siamo arrivati alla vigilia delle votazioni per la presidenza della Repubblica – precisano Grillo e Casaleggio – e solo una cosa è certa: i nomi dei pretendenti saranno decisi da due persone che discuteranno nel chiuso di una stanza candidature e vantaggi (anche e soprattutto personali)». Il riferimento è a Renzi e Berlusconi e al loro incontro di qualche giorno fa, durante il quale i due leader hanno rinnovato l’accordo su riforme e legge elettorale – al centro del patto del Nazareno – discutendo poi dell’imminente corsa al Colle.
Secondo i leader del Movimento 5 stelle, Pd e Forza Italia non avrebbero alcuna intenzione di aprire un confronto con le altre forze politiche sui nomi da proporre per la presidenza della Repubblica. «Le opposizioni non esistono in questo disegno – concludono infatti – È un baratto, un mini comitato di affari, un suk. Le opposizioni sono chiamate in causa dal magnifico duo solo per ricattarsi a vicenda, se serve, e spuntare qualcosa, come è successo per il voto per la legge elettorale».