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sabato, 27 Luglio 2024

Quel muro contro muro in Sala Rossa, così inutile per i torinesi

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Oggi, con la diffusione delle tv via cavo, dei siti web e dei social network le persone hanno la possibilità di scegliere tra molte fonti di informazione. Sempre più spesso optano per quelle maggiormente in accordo con i loro interessi e le loro idee politiche.

Io stesso alcuni giornali o programmi tv nemmeno vorrei sentirli nominare, figuriamoci impegnarci del mio tempo.

Così facendo finiamo spesso per rimanere fermi sulle nostre posizioni.Una circostanza che ha portato la società a polarizzarsi sempre più. Siamo sempre più radicali, difficilmente cambiamo le nostre idee e spesso finiamo per confrontarci solo con chi la pensa come noi.

Polarizzazione, intolleranza e litigiosità sono in aumento in tutti gli ambiti della vita sociale. Anche il comportamento medio delle persone verso le altre è nettamente peggiorato. Sui bus chi sale non da più la precedenza a chi scende, per fare un esempio banale, ma più in generale le persone si sentono in diritto di incazzarsi per qualunque futile motivo.

Nella nostra società tendiamo ad etichettarci l’uno con l’altro, ognuno di noi si sente più o meno appartenente a qualche categoria: ad esempio, io mi sento un ciclistica perché uso solo la bici come mezzo di trasposto e quindi tendo a parlare male degli automobilisti, che a loro volta non sopportano i ciclisti e spesso nemmeno i pedoni e così via.

Nel Consiglio Comunale di Torino la polarizzazione è a un punto di non ritorno: tra noi della maggioranza e le opposizioni, in particolare con il Partito Democratico, che per assurdo è peggiorato da quando governiamo insieme a livello nazionale.

Ormai la politica è un avanspettacolo dove ognuno ha un ruolo e una posizione che non è disposto a cambiare nemmeno quando l’evidenza dei fatti suggerirebbe il contrario.

L’opposizione fa opposizione e basta, quasi mai si comporta da minoranza portatrice di valori diversi e di contributi utili.

In questi quattro anni sono stato trattato come un occupante abusivo di un’istituzione dove sono stato regolarmente eletto vincendo una competizione elettorale contro gli “ultra capaci”.

Occupanti abusivi, usurpatori ed incapaci sono gli appellativi più abusati da chi ha governato Torino per 23 anni, portandola quasi al dissesto economico.

Un mix di boria e assenza di collaborazione che ha spesso caratterizzato, non tutti, ma molti dei colleghi di opposizione.

Con una tanto forte radicalizzazione delle posizioni e della dialettica politica tornare indietro sarà certamente difficile, se non impossibile.

Anche il più volte evocato clima di concordia istituzionale per l’aggravarsi dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 sta piano piano svanendo. Ormai in questa commedia dove si ha sempre ragione, perché dire altro metterebbe a rischio la stessa esistenza politica delle varie parti, sarà impossibile trovare qualcuno che, anche a fronte di un’azione giusta ed efficiente, dica: “bravi, questa volta l’amministrazione ha operato bene”.

Ormai il Consiglio Comunale è un film già visto, dove si conoscono a menadito le battute dei vari personaggi, ma soprattutto dà scena a confronti avvenuti già su altri canali, prevalentemente i social network e le altre forme di comunicazione che pervadono le nostre vite. Quanti ancora seguono un Consiglio Comunale e, più in generale, lo svolgimento dei lavori di un’assemblea elettiva per capire le posizioni espresse dai propri rappresentanti eletti? Quasi nessuno. Basta guardare le visualizzazioni YouTube del canale che trasmette i nostri lavori. Se abbiamo 100 visualizzazioni è un miracolo, a fronte di 800.000 abitanti.

Allora varrebbe forse la pena chiedersi se il sistema democratico attuale, così come strutturato, è ancora utile alla collettività.

I cittadini spesso si ricordano che esiste il Consiglio Comunale solo quando hanno un problema che li tocca personalmente da portare all’attenzione.

Pochi sono interessati alla vita pubblica perché presi dai tanti problemi della vita quotidiana e da una iperconnessione che gli (e ci) ha fatto perdere il senso delle cose.

Chissà se almeno la crisi che stiamo vivendo, la più grave dal dopoguerra, sarà in grado di portare nelle vite di tutti noi uno scossone per risvegliarci dal torpore in cui siamo caduti.

Fabio Versaci
(consigliere comunale M5S a Torino, già presidente della Sala Rossa)

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